Lourdes (Francia) – Era l’11 febbraio 1858 quando in questo piccolo paese della Francia meridionale, nella valle del Gave, a ridosso dei Pirenei, successe il miracoloso evento che ne avrebbe cambiato per sempre la vita. “Io sono l’Immacolata Concezione”: così la Vergine Maria si è presentata, nei pressi della Grotta di Massabielle a Bernadette Soubirous, la figlia di un mugnaio caduto in miseria e provata da una malattia cronica.
La “Bella Signora Vestita di Bianco”, come ella la definì, è apparsa per 18 volte, parlando poco ma insegnando tanto. Il messaggio evangelico, infatti, è chiaro e semplice, valido in ogni tempo e per ogni persona: “Dio ci ama così come siamo”.
Maria è apparsa in una Grotta sporca e oscura, chiamata “Grotta dei maiali”, per dirci che Dio viene a raggiungerci ovunque noi siamo e ha scelto di parlare proprio a una ragazzina senza cultura, perché tutti potessero comprendere. La bellezza di Lourdes è proprio questa: la semplicità della preghiera che diventa un’esigenza di comunione fraterna. La fede che si fa miracolo. Un luogo dove tutte le diversità sono abbattute, dove abbandonarsi alla sguardo amorevole della Madonna, dove cercare conforto, avere speranza, ringraziare, ridere, piangere e sperare nel miracolo fisico e dello spirito.
GIORNATA DEL MALATO: DOSSIER UNITALSI: “A LOURDES E NEI SANTUARI SEMPRE PIÚ GIOVANI, PER COMBATTERE DEPRESSIONE E SOLITUDINE”
U.N.I.T.A.L.S.I fotografa un quadro assolutamente allarmante:
Sta cambiando negli ultimi anni il profilo del “pellegrino” e in particolare delle persone affette da patologie sanitarie che scelgono di partecipare a un pellegrinaggio a Lourdes, ma anche nei maggiori santuari europei, italiani e in Terra Santa. L’anno scorso su 35.138 pellegrini – che si sono affidati all’U.N.I.T.A.L.S.I. (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali) per partecipare a un viaggio verso i luoghi sacri e in particolare a Lourdes – ben 8382 erano persone malate con diverse patologie.
Dato da tenere presente che sono sempre più i giovani (età compresa da 13 a 35 anni) a prendere parte ai pellegrinaggi. Nel 2016 sono stati 3942 di cui 840 si sono dichiarati malati o disabili, tra questi una buona parte con alle spalle problemi di: depressione, sindromi fobiche, dipendenze e soprattutto tanta solitudine.
Sono questi alcuni dati del dossier realizzato dall’UNITALSI che verrà presentato a Lourdes in occasione dell’iniziativa internazionale “Colloquio, il magnificat, cantico della speranza” promosso dal santuario di Lourdes per la XXV Giornata Mondiale del Malato che quest’anno viene celebrata in forma speciale proprio nel santuario francese. Sarà Federico Baiocco, responsabile Nazionale Medici UNITALSI a presentare questo focus nell’ambito degli atelier tematici che si terranno domenica 12 febbraio.
Dal dossier emerge il fatto che tra gli 840 giovani che si sono dichiarati malati o disabili il 33,5% soffre di depressione, il 10% da psicosi, il 3% da schizofrenia, il 2,5% da disturbi generalizzati dello sviluppo, il 2% da sindromi fobiche, l’1,5% da disturbi del comportamento alimentare e lo 0,5% da dipendenza da droghe. Il resto è legato a patologie neurologiche di queste ben il 34% legato al ritardo mentale.
Dal focus UNITALSI si evidenzia anche il fatto che sul campione complessivo di malati (8382) sono state riscontrate 10.737 patologie. Le più diffuse sono quelle del sistema cardiovascolare (52,9%), del tessuto connettivo (36,2 %), neurologiche (38,4%), psichiatriche (27,5%). In molti casi un malato presenta più di una patologia.
Inoltre, il 74% sono donne e il 36% maschi. Dal campione risulta anche che il 70% dei malati è deambulante, 14% è su carrozzina, il 14 % usa le stampelle mentre solo il 2 % è in barella. I medici che si sono recati come volontari in pellegrinaggio nel 2016 sono stati 598.
“Il nostro dossier – dichiara Antonio Diella, presidente nazionale UNITALSI – ci dice che i pellegrini prima delle cure mediche hanno bisogno di un solido sostegno umano e spirituale. Solitudine, depressione e dipendenze sono queste le nuove frontiere della sofferenza umana che spesso ritroviamo nei nostri pellegrinaggi. La presenza a Lourdes delle persone disabili e malate è una costante nella nostra storia, ma oggi l’UNITALSI è chiamata ad affrontare nuove sfide per essere uno ‘strumento’ di consolazione non solo per malattie del corpo, ma soprattutto dell’anima. Questa è un’importante responsabilità per tutta la grande famiglia unitalsiana”.
“Il dato sui giovani – spiega Federico BAIOCCO, responsabile nazionale medici UNITALSI – è veramente significativo perché ci indica il fatto che le nuove generazioni sono sempre più alla ricerca di punti di riferimento solidi e duraturi. Nel pellegrinaggio i ragazzi vedono una chance importante per fuggire dalla depressione, dalla solitudine ed anche dalle dipendenze. Non chiedono un miracolo, ma solo di potere fare un viaggio che è prima di tutto un percorso spirituale ed umano”.
“Questo aspetto – aggiunge Baiocco – legato anche a quello delle altre patologie riscontrate tra i pellegrini che sono arrivati a Lourdes ci ha portato con sempre maggiore attenzione a coniugare all’aspetto medico-sanitario quello spirituale ed umano. Un metodo vincente per promuovere una vera cultura della vita”.