“Nella vita possono toglierti tutto, tranne quello che hai imparato studiando. Ecco perché non dovrai mai smettere di studiare e migliorarti. Grazie papà per questo insegnamento, oggi condiviso a Oxford con i colleghi di tutto il mondo“.
Con questo bellissimo ricordo e messaggio Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe rende omaggio a suo padre e informa della partecipazione all’importante evento ‘Evidence Live’:
“Unica voce italiana al prestigioso evento, lo studio che ha valutato le Linee Guida prodotte in Italia dalle società scientifiche. Dai dati emerge un paradosso che a breve termine condizionerà inevitabilmente l’applicazione della nuova legge sulla responsabilità professionale: ‘Oggi le linee guida potenzialmente utilizzabili sono un numero esigui e concentrate in pochissime aree clinico-assistenziali‘“.
Sul palcoscenico di Evidence Live – evento internazionale che raduna a Oxford i massimi esperti nella produzione, sintesi e trasferimento delle evidenze scientifiche – è stata presentata ieri la ricerca finanziata dalla Fondazione GIMBE con la borsa di studio “Gioacchino Cartabellotta” e condotta sotto l’egida dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e del Guidelines International Network (G-I-N), rete internazionale di organizzazioni che producono linee guida in oltre 40 paesi.
“Nel marzo 2016, durante la discussione parlamentare della legge sulla responsabilità professionale – ha esordito Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – abbiamo finanziato lo studio “Linee guida per la pratica clinica in Italia: qualità metodologica e gestione dei conflitti di interesse”, con l’obiettivo di fornire alle Istituzioni un quadro oggettivo sul numero delle linee guida prodotte in Italia e sulla loro qualità, valutata in base all’aderenza agli standard G-I-N su metodologie di produzione e governance dei conflitti di interesse».
Cartabellotta ha presentato i risultati della prima fase dello studio che ha valutato esclusivamente le linee guida prodotte dalle società scientifiche italiane. Delle 403 società identificate, quasi l’80% (n. 322) sono state escluse per varie ragioni: mancanza di sito web (n. 6), assenza di pagina web dedicata alle linee guida (n. 289), pagina linee guida ad accesso riservato (n. 14), link ad altri produttori internazionali (n. 13).
Dei 712 documenti complessivamente censiti, solo 359 (50,4%) sono stati identificati come linee guida: il resto erano file non accessibili (n. 9), altri documenti (n. 71) e linee guida di altri produttori internazionali (n. 273).
La valutazione finale ha incluso solo 75/359 (21%) linee guida pubblicate nel 2015 e nel 2016. La qualità metodologica valutata attraverso l’aderenza agli standard del G-I-N è risultata complessivamente accettabile, ad eccezione della disclosure sui conflitti di interesse, riportata solo nel 17% dei casi.
Da rilevare che 42/75 linee guida incluse nella valutazione finale sono state prodotte da 2 sole società scientifiche: 33 dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e 9 dalla Società Italiana di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare (SICVE), società che dispongono di un proprio manuale metodologico a riprova del fatto che a metodi rigorosi conseguono risultati eccellenti.
“La legge sulla responsabilità professionale – ha puntualizzato il Presidente – ha affidato un ruolo cruciale alle linee guida, ma dallo studio GIMBE emerge un paradosso che a breve termine ne condizionerà inevitabilmente l’applicazione: le linee guida prodotte dalle società scientifiche italiane potenzialmente utilizzabili sono oggi un numero esiguo e si concentrano in pochissime aree clinico-assistenziali”.
Da questo punto di vista è fondamentale che la legge abbia affidato la governance nazionale del processo di produzione di linee guida all’ISS, a cui spetta il compito di definire le priorità, evitare duplicazioni, favorire la produzione di linee guida multiprofessionali-multidisciplinari, standardizzare i criteri di qualità metodologica e definire le modalità di gestione dei conflitti di interesse.
“Anche se le recenti novità normative e giurisprudenziali – ha concluso Cartabellotta – hanno rivitalizzato l’interesse per le linee guida in Italia, è indispensabile evitare un loro impiego rigido e strumentale esclusivamente a fini di tutela medico-legale, ma piuttosto utilizzarle sia come base scientifica per lo sviluppo dei percorsi assistenziali, sia come raccomandazioni per supportare decisioni cliniche da condividere sempre con il paziente”.
La versione italiana dello studio GIMBE è disponibile a: www.gimbe.org/studio-linee-guida