di Luca Marco Comellini
Lo scorso 25 ottobre l’Arma dei Carabinieri ha festeggiato la costituzione del nuovo Comando Unità per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare. Alla Caserma “Salvo D’Acquisto” di Roma, davanti al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette e il Ministro delle politiche Agricole Maurizio Martina, ha avuto luogo la cerimonia di istituzione del “Comando Unità per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare” che sarà comandata dal Vice Comandante dell’Arma, Generale di Corpo d’Armata Antonio Ricciardi.
Il nuovo Comando è nato per dare un senso e una struttura all’Arma a seguito dell’accorpamento del Corpo forestale dello Stato che dal 1 gennaio 2017 non esisterà più per effetto di una norma inserita nella legge di riforma delle pubbliche amministrazioni fortemente voluta dalla Ministra Marianna Madia e approvata definitivamente dal Senato il 4 agosto 2015.
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Il Segretario del sindacato autonomo ha poi ricordato che la speciale Commissione del Consiglio di Stato, lo scorso 14 ottobre, ha bocciato in larga misura quasi tutte le soluzioni che il Ministro Maurizio Martina ha proposto per dare attuazione al definitivo smembramento del Corpo forestale dello Stato, il cui personale dovrà essere ripartito fra l’Arma dei carabinieri, il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, il Corpo della guardia di finanza, la Polizia di Stato, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e, eventualmente, altre amministrazioni. Moroni ha chiaramente posto al centro della questione il vincolo legislativo della necessaria corrispondenza tra le funzioni trasferite e il transito del relativo personale ribadendo che il mancato rispetto dei numeri dei transiti nell’Arma dei Carabinieri significherebbe vanificare i principi della legge Madia.
Infatti, dal Parere della Commissione emerge chiaramente che riguardo al personale da transitare nell’Arma dei Carabinieri il Ministro Martina, nel rappresentare che dalla data di approvazione della legge ad oggi sono state collocate a riposo circa 200 unità di personale, ha proposto di far gravare sull’Arma la perdita di risorse umane che quindi riceverebbe meno delle 7.177 unità previste dalla tabella allegata al decreto legislativo. Ovviamente la soluzione proposta non è piaciuta alla Commissione presieduta da Franco Frattini che l’ha cassata ritenendola “suggestiva” e priva della necessaria “base normativa” in quanto in materia di organizzazione amministrativa opera il principio di stretta legalità. La Commissione ha quindi ribadito che “non può essere disatteso il vincolo legislativo della necessaria corrispondenza tra le funzioni trasferite e il transito del relativo personale, a cui sono improntati i criteri di assegnazione del personale che il legislatore ha disposto debbano essere osservati nella predisposizione dei provvedimenti di transito”.
Il problema della perdita delle risorse umane secondo i membri della Commissione speciale “non può incidere soltanto sulle dotazioni dell’Arma dei carabinieri, ma deve necessariamente gravare su ciascuna delle Amministrazioni indicate all’art. 7, anche per ciò che concerne le ulteriori diminuzioni conseguenti ai passaggi volontari in altra amministrazione” consentiti dal decreto legislativo.
In altri termini la Commissione sembra voler soccorrere l’Arma perché una drastica riduzione dei numeri dei coscritti potrebbe mettere in serio pericolo la buona riuscita di tutta l’operazione messa in piedi dal Governo Renzi. Infatti, scrivono i Commissari “Vi è poi da considerare che distribuire la riduzione di unità assegnate tra le diverse Amministrazioni risponde anche a un criterio di efficienza, giacché evita che sia una sola di esse a sopportarne i costi sul piano dell’operatività. Se così non fosse l’Arma dei Carabinieri risulterebbe penalizzata dal riassorbimento per una quota pari all’intero, cioè 200 unità.”.
Detta ancora in altro modo il nuovo Comando dell’Arma, che per il modello organizzativo e operativo di presidio del territorio dovrebbe garantire il più alto livello di potenziamento della tutela agroambientale rischierebbe di essere depotenziato ancora prima di iniziare a svolgere i suoi compiti.
Dal canto suo Moroni si è detto convinto che nei prossimi mesi il Governo dimostrerà meno arroganza nei confronti degli appartenenti al Corpo forestale e alla domanda se l’Arma dei Carabinieri abbia festeggiato e fatto i conti senza l’oste il sindacalista ha concluso rispondendo “Assolutamente si. Se l’oste dovessi essere io sicuramente si, perché quello che noi abbiamo in seno e per quello che noi stiamo predisponendo sarà sicuramente una sorpresa anche per loro ma nel momento in cui se ne accorgeranno probabilmente sarà troppo tardi”.