di Cinzia Marchegiani
Le legge 119 che impone l’obbligo di 10 vaccini e pone i genitori di fronte ad una scelta importante (e cioè far socializzare i figli con l’inserimento nelle scuole d’infanzia e accettare le profilassi indicate, o far rimanere i figli a casa e privandoli del percorso di inclusione sociale) sta mostrando il suo vero volto.
La legge 119 rimane ormai agli occhi di molti una scelta politica frettolosa e figlia di una campagna elettorale che ha ascoltato solo una parte della scienza, non ha tenuto conto delle discriminazioni nei confronti dei bambini e della reale immunizzazione degli stessi, verifica che avrebbe permesso un controllo efficace della sperimentazione avviata in Italia, scelta capofila nelle strategie vaccinali mondiali nel 2014,
La legge 119 ha gettato la maschera.
IL FATTO.
Ospite de “L’Aria che tira”, su La7, la ministra della Salute, Giulia Grillo, ha di fatto riaperto il dibattito sui vaccini.
“Noi ci siamo opposti al decreto Lorenzin, il nostro obiettivo è superarlo, ma non perchésiamo contro i vaccini. Qualcuno su questo ha fatto confusione, la nostra posizione è favorevole ai vaccini, ma tende a usare lo strumento dell’obbligo in maniera intelligente. Per il morbillo mi pare sia necessario l’obbligo, mentre per altre patologie è sufficiente la raccomandazione, penso per esempio al vaccino esavalente“, ha proseguito Grillo. In merito alle polemiche sull’obbligo flessibile”, per la ministra “l’aggettivo ‘flessibile’ non si riferisce all’obbligo, ma alla possibilità di usarlo in differenti momenti e circostanze. E’ quello che fanno ad esempio in Francia e in Spagna”.
La Grillo continua un suo percorso logico:
Per proteggere gli immunodepressi “bisogna raggiungere le coperture vaccinali necessarie – ha sottolineato la ministra -. Lo strumento è quello, non l’obbligo. Anche avendo l’obbligo l’epidemia di morbillo sta continuando. Le soglie di copertura vaccinale non sono salite per l’obbligo, ma per il dibattito pubblico che c’è stato“.
Quanto all’autocertificazione, per la Grillo “doveva interrompersi con un sistema di anagrafe vaccinale, che il governo precedente non ha fatto, e che stiamo facendo invece noi”.
ATTESE LE REAZIONI DA PARTE DELLE REGIONI
TOSCANA. ”In Toscana abbiamo ribadito che le vaccinazioni sono obbligatorie e grazie al registro telematico non servono certificati cartacei‘. Ormai il ministro Grillo ha detto tutto e anche il contrario di tutto. E’ inquietante, arrivano messaggi confusi e contraddittori. Mi sembra che siamo a un livello preoccupante di gestione di tutta la materia”. Così il presidente della Regione, Enrico Rossi, commenta all”Adnkronos le parole del ministro.
“Noi in Toscana – spiega Rossi – abbiamo fatto un grande recupero grazie alla legge fatta precedentemente e abbiamo applicato anche un sistema di registrazione telematica delle vaccinazioni per cui non c”è bisogno di carte e di certificati e le autorità scolastiche, avendo accesso al registro regionale, possono vedere tranquillamente chi è vaccinato e chi non lo è”. Infine, torna a sottolineare Rossi, “Abbiamo ribadito che da noi le vaccinazioni sono obbligatorie con una legge recente“.
LAZIO. Situazione analoga nel Lazio. In una nota il Presidente della Regione, Nicola Zingaretti conferma che “Nel Lazio manteniamo l’obbligo su tutte le vaccinazioni, prima di tutto vengono i bambini ed il diritto alla salute. Basta con le parole che disorientano le famiglie”.
Zingaretti aveva anche informato pochi giorni fa che a partire da questo anno scolastico, come già avviene in alcune regioni italiane del centro nord, anche nella regione Lazio non sarà più necessario per le famiglie portare il certificato medico per le assenze per malattia superiori ai cinque giorni, spiegando: “Con l’approvazione dell’articolo odierno la Regione Lazio, che è leader in Italia per quanto riguarda le coperture vaccinali e che ha esteso la continuità assistenziale pediatrica anche al sabato, la domenica e nei festivi, decide di ridurre la burocrazia senza diminuire la prevenzione”.
Scuola, salute, alte coperture vaccinali. Lazio, Zingaretti: “Non sarà più necessario il certificato medico per assenze oltre i cinque giorni”
PIEMONTE. Per l’assessore alla Sanità del Piemonte Antonio Saitta (che è anche coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni) “Già in precedenza alcuni vaccini erano raccomandati e non c’era una grande soglia di copertura”. Agire dunque questa direzione “Vuol dire tornare indietro“. In ogni casi quando ci sarà “vedremo il testo – conclude Saitta – ma credo che bisogna ancora seguire la strada dell”obbligo dei vaccini“.
UMBRIA. Per Luca Barberini, assessore alla Salute, alla Coesione sociale e al Welfare della Regione Umbria, siamo di fronte ad una proposta “illogica, irragionevole e confusa. Non ha alcun senso – evidenzia – rendere obbligatorio solo il vaccino per il morbillo e non quello per l’esavalente, che tutela i bambini da malattie gravi e non ancora debellate, come la poliomielite. Noi siamo convinti che si debba proseguire con l’attuale assetto normativo, che in Umbria ha permesso di tornare a raggiungere coperture vaccinali oltre la soglia di sicurezza del 95 per cento, con punte di quasi il 98 per cento proprio per l”esavalente’. Tutta questa confusione generata dal governo sul fronte vaccini – conclude Barberini – condiziona in maniera negative le scelte dei genitori, a discapito della salute dei bambini sui cui non si gioca e non si specula. In Umbria non vogliamo tornare indietro sull”obbligatorietà“.
EMILIA-ROMAGNA. Anche la Regione Regione Emilia-Romagna replica alle parole del ministro. Dichiarazioni “sconcertanti” che hanno solo l’effetto di “mettere in confusione i genitori“, attacca l’assessore regionale alla Sanità’ dell’Emilia-Romagna, Sergio Venturi. “Io non ci metto la politica, non mi interessa la polemica tra assessore e ministro. Dico solo che tutti i giorni c’è una novita’. E i genitori, io stesso sarei in difficoltà, non capiscono bene le cose, perché siamo passati da 10 vaccini allo spostare in avanti l’autocertificazione a marzo, passando da un emendamento che diceva una cosa ancora differente, poi ritirato“.
Nei giorni scorsi, sottolinea Venturi, “abbiamo saputo che la ministra ha fatto quello che auspichiamo che tutte le donne in gravidanza facessero, ovvero i richiami vaccinali in particolare per la pertosse. Poi, abbiamo saputo che l’esavalente non serve più, che è solo raccomandato: basta quello del morbillo.Questa cosa – incalza l’assessore – mette in confusione chiunque e noi non ci possiamo permettere di scherzare con malattie cosi’ serie e gravi“.
L’esavalente, ricorda Venturi, copre malattie che “ancora in Europa uccidono”, come la difterite, la poliomelite o il tetano, “che fa ancora 20 morti all’anno”. Oppure l’epatite B, “che abbiamo eradicato grazie all’introduzione del vaccino 25 anni fa”. Venturi scuote la testa. “Che bisogno c’e’? – si chiede l’assessore – hanno in mente un progetto di legge? Lo portino in Parlamento, se lo approvino, ma lascino in pace i genitori”, ai quali occorre dare “almeno qualche certezza ogni tanto su cosa devono fare per i loro bambini che vanno a scuola. Noi lo abbiamo detto. La nostra legge e’ completamente in vigore, quindi i bambini non entrano al nido se i loro genitori non hanno la bontà’ di vaccinarli con le quattro vaccinazioni che rimangono comunque obbligatorie“.
Venturi rinnova dunque l’invito al Governo a fare “un minimo di chiarezza, senza tutte queste dichiarazioni di intenti. Eravamo accusati noi di farle, ma questi ne fanno tre al giorno, una differente dall’altra. Noi ai genitori diciamo: tranquilli, nelle scuole e nei nidi in Emilia-Romagna siamo largamente sopra il 95% di vaccinati”.
Certo, ammette l’assessore, “dobbiamo ancora migliorare, perche’ anche solo un bambino non vaccinato per un bimbo immunodepresso o malato e’ un pericolo. Quindi dobbiamo lavorare perche’ tutti alla fine siano vaccinati. Pero’ spero che in questa regione i genitori abbiano chiaro cosa fare e non fare rispetto alle politiche vaccinali. Ci auguriamo la stessa buona volonta’ ed educazione da parte del Governo nel non lanciare quotidianamente messaggi che mandano semplicemente in confusione le persone”, conclude Venturi.
La legge 119 ha gettato la maschera, un esempio di poca professionalità verso una riforma sanitaria importante che doveva portare consensi invece ha aperto ancora di più crepe insanabili, consumata tra lotte politiche, contrasti scientifici e ha attribuito agli operatori scolastici compiti delicati che non gli competevano, per non parlare di diritti della privacy disattesi e oltraggiati.
Signori sipario…