Iraq – Difficile pensare ad un non coinvolgimento dell’esercito italiano quando lo stesso contingente è presente in Iraq dove la città di Mosul, roccaforte dell’Isis è sotto l’attacco del governo iracheno e la coalizione internazionale che vogliono riconquistare per infliggere al terrorismo un duro colpo, anche sul piano simbolico in Iraq. I nostri militari non corrono pericolo veniva rassicurato, poiché sarebbero stati impegnati nella salvaguardia della diga: “Siamo presenti a Erbil, a Baghdad e a Mosul con oltre 1300 soldati prevalentemente con addestratori a Erbil e nella capitale irachena. È un lavoro molto apprezzato dalle autorità locali, dalla popolazione e dai soldati curdi e iracheni. A Mosul a giorni finiremo di dispiegare lo schieramento a protezione dei lavori che la ditta italiana Trevi realizzerà per mettere in sicurezza una delle più importanti infrastrutture dell’Iraq” – la Pinotti spiegava a L’Unità.
Quindi il contingente italiano sarebbe in Iraq per l’addestramento ma anche con un’operazione importante nella diga di Mosul seriamente danneggiata e i suo crollo sarebbe fatale per la stessa Baghdad, ma la sua posizione è in un’area molto pericolosa, precisamente al confine con lo Stato Islamico. L’appalto per la messa in sicurezza è stato vinto da un’azienda italiana.
Notizie aggiornate ad oggi riportano che si stringe l’assedio su Mosul, i miliziani del califfato hanno lanciato diversi attacchii kamikaze a Kirkuk, nel nord dell’Iraq, contro alcuni edifici governativi. Almeno 3 le esplosioni forse provocate da kamikaze, mentre secondo i media curdi in zona sono appostati molti cecchini. L’attacco è avvenuto nelle prime ore della mattina quando decine di militanti Isis, numerosi dei quali muniti di un giubbotto esplosivo, hanno attaccato una stazione delle forze dell’ordine, un edificio della sicurezza curda, conosciuto come Asaysh, altri edifici del governo e alcune moschee della città di Kirkuk.
Il minsitro della difesa Roberta Pinotti fa il punto con «Il Mattino» sul ruolo dei militari italiani in Iraq. “Gli Usa sono soddisfatti per quanto l’Italia sta facendo. Intanto – osserva – occorre un riavvicinamento a Putin per un fronte comune contro il terrorismo”. Riguardo il contingente in Iraq spiega: “Si tratta di circa 1400 soldati, che rappresentano il numero più elevato nelle nostre attuali missioni all’estero. È superiore a quelli presenti in Libano, in Libano, in Afghanistan e in Kossovo“.
LA PINOTTI ANTICIPA LA NASCITA DI UNA NUOVA DIFESA EUROPEA, IL GOVERNO RICONOSCE IL RUOLO DELLA NATO
La Pinotti poi spiega in un’altra intervista come il ruolo delle forze armate sia in evoluzione e anticipa cambiamenti futuri: “Il Governo nel ‘Libro Bianco’ riconosce il ruolo della Nato e allo stesso tempo indica come priorità la nascita di una difesa europea per ottimizzare meglio risorse, compiti e competenze. Il mondo è cambiato e noi non possiamo permetterci di rimanere ancorati a visioni legate al passato. L’Italia in questo, pur consapevole delle difficoltà presenti in Europa, può svolgere un ruolo di riferimento importante”.
NUOVI VENTI DI GUERRA COL TERMINE DI ADDESTRAMENTO?
Insomma l’Italia sta cambiando i suoi ruoli all’interno di nuovi patti anche transoceanici e preparando la strada in direzione di una nuova nascita di difesa europea…ma non viene chiamata guerra, semplicemente addestramento. Stessa spiegazione la decisione di schierare militari dell’Alleanza Atlantica nei Paesi baltici poiché la NATO, su richiesta dei Paesi baltici e della Polonia, decise lo schieramento di alcune migliaia di soldati dell’Alleanza nei loro territori. “L’Italia, – spiegava qualche giorno fa la stessa Pinotti – responsabilmente, ha dato la disponibilità a contribuire con una compagnia di circa 150 uomini”.