di Ch. Mo.
Usa – È un’America spaccata in due quella che si prepara ad accogliere il nuovo presidente eletto Donald Trump. È “l’inauguration day” più contestato di sempre, il più impervio della storia americana. Attoniti o entusiasti, felici o in lacrime, gli americani si apprestano ad assistere al giuramento del presidente Trump davanti al presidente della Corte Suprema John Roberts e sulla Bibbia di Lincoln.
È tutto pronto: Campidoglio addobbato a festa, bandiere rosse, bianche e blu; bisogna solo placare gli animi. Tensioni e proteste infatti sono in corso da diverse ore a Washington, dove zone e pensieri opposti si fronteggiano. È una nazione divisa oggi l’America.
Ciò nonostante, il neo eletto Trump rispetterà a pieno la tradizione: assisterà infatti ad un servizio religioso nella St. John’s Episcopal Church (accanto alla Casa Bianca), berrà il thé con la famiglia Obama prima di essere accolto dal maggiordomo della Casa Bianca.
Il discorso. Sebbene snobbato dalle grandi star, durante il concerto a cui ha preso parte il Presidente ieri, sulle scale del Lincoln Memorial, ha promesso di unificare il paese e “far tornare grande l’America per tutti… inclusi quelli delle inner cities”. Non solo, ha anche annunciato che cinquanta funzionari in posizione chiave, nominati dalla passata amministrazione, resteranno al loro posto (ad ora solo 29 dei 660 posti nei vari dipartimenti sono stati assegnati, mentre solo due nomine a ministro su quindici sono state approvate).
Le proteste. Intanto, l’ansia cresce per un giorno che rimarrà impresso nella storia. Un milione di persone è atteso alla cerimonia; il sistema di sicurezza è schierato a fronteggiare le centinaia di persone che marceranno non per celebrare ma per contestare. Prima fra tutte, la “Women’s March on Washington”, che partirà sabato mattina da Independence Avenue e porterà a Washington una folla almeno simile a quella accorsa per festeggiarlo.
Infine, gli attivisti di “Free Weed” distribuiranno 4200 canne nel centrale Dupont Circle per ricordare come molti Stati, negli ultimi anni, abbiano legalizzato l’uso della marijuana per scopi ricreativi e terapeutici e per rilanciare la battaglia pro-legalizzazione.