IL CASO
Cagliari (Sardegna) – Cosa c’entrano i geni degli ultracentenari sardi con una operazione finanziaria da ben 60 milioni di euro?
La Sardegna è terra magnifica dove le montagne si tuffano nel mare, dove la vita sulla costa e nell’entroterra è ricca di mistero e longevità. Ma al suo patrimonio irripetibile, quest’isola detiene un record mondiale davvero unico, la Sardegna infatti è riconosciuta come la più longeva al mondo, assieme Okinawa, l’isola giapponese. In particolare negll’Olgliastra nella Sardegna centro-orientale si concentrano la proporzione più alta di persone che hanno superato i cento anni.
La Sardegna è diventata quindi un patrimonio scientifico essenziale per comprendere quali geni e fattori alimentari e ambientali condizionano tuttora la vita longeva delle persone. In questi tanti Dna c’è scritto il mistero della lunga vita e il benessere e potete immaginare per gli scienziati l’unicità di questo tesoro.
Ora il patrimonio dei sardi è andato nelle mani degli inglesi. Il genoma e tutti i campioni donati dagli stessi sardi alla società Shardna, valutata nel non lontano 2014 4 milioni di euro hanno avuto un epilogo amaro, a tratti incomprensibile. Una società inglese se ne è appropriata per soli 258 mila euro. Il patrimonio sardo finisce quindi nelle mani della “Tiziana Life Science”.
Cosa c’è sotto questa acquisizione?
Andiamo per ordine.
La Shardna, fondata nel settembre 2000 dall’iniziativa dell’imprenditore Renato Soru, fondatore di una delle più grandi società di Internet in Europa, Tiscali, e Mario Pirastu, direttore dell’Istituto di Genetica delle Popolazioni del Consiglio Nazionale delle Ricerche italiano (CNR) era stata messa all’asta fallimentare, e acquistata a soli 258 mila euro a metà luglio 2016 dalla Tiziana Life Sciences Plc quotata in Borsa, una società biotech e dei farmaci specializzata in ricerca contro il cancro e contro le malattie al sistema immunitario, con sede nel quartiere di Mayfair Londra. La società britannica quest’estate farà il doppio colpaccio, perché oltre ad essere riuscita a comprare ad un costo irrisorio la Banca dati dei geni sardi con soli 258 mila euro in cui sono secretati le informazioni genetiche di ben 13mila sardi della provincia dell’Ogliastra, questa manovra sembra aver fatto guadagnare in soli 10 giorni un aumento di capitale della stessa società di ben 60 milioni di euro.
A scoprire e denunciare l’operazione finanziaria è il deputato di UNIDOS, Mauro Pili che spiega nel dettaglio la capitalizzazione dell’azienda britannica.
LA BANCA DATI DEI SARDI COMPRATA PER UNA MISERIA FRUTTA UNA CAPITALIZZAZIONE NELLA BORSA DI LONDRA DI UN + 36,94%
“L’operazione sul Dna dei sardi è da colpo del secolo. Un guadagno secco in borsa di 60 milioni di euro. Nei dieci giorni successivi l’acquisto del dna dei sardi, gli inglesi della Tiziana Life Sciences si sono messi in tasca una cifra che vale 230 volte il valore d’acquisto della banca dati genetica per la quale avevano speso l’elemosina di 258.000 euro. Un incremento del valore di borsa registrato sin dal primo giorno e cresciuto in maniera esponenziale in una settimana di borsa sino al 37% di incremento registrato il 25 luglio.
La Tiziana Life il giorno prima dell’acquisto, era il 15 luglio, ultimo giorno di chiusura prima dell’acquisito, valeva in borsa 162 milioni di euro, in appena dieci giorni il valore della capitalizzazione raggiunge i 222 milioni di euro segnando lo spaventoso guadagno di oltre 60 milioni di euro.
Da 162 milioni di euro a 222 milioni di euro, un colpo senza precedenti giocato tutto sull’anima genetica dei sardi. Si tratta di un dato sconvolgente se si pensa che questa operazione è tutta finanziaria e che nella stessa analisi allegata alla borsa di Londra è totalmente imputabile all’acquisto della banca dati ogliastrina. A distanza di 3 mesi da quell’operazione il dato in borsa si è consolidato confermando il clamoroso valore della capitalizzazione in borsa. Un’operazione che per il momento si conferma in tutto il suo valore speculativo che avevo denunciato sin dall’inizio. L’annuncio dell’acquisto era stato fatto il 18 di luglio. E la comunicazione in borsa fu esplicita: Tiziana Life ha comprato i 13.000 campioni per € 258.000. Dopo l’annuncio le azioni sono salite dal valore del 15 luglio di 1,72 euro a 2,36 del 25 luglio, con un incremento valore di 0,64 euro per azione. Tiziana Life Sciences ha capitale nominale di 94.393.401 azioni del valore di 3 pence (0.03 sterline) l’una. In pratica il valore della società in borsa ( Market Capital dell’azienda) è passato da: 162 milioni di euro a 222 milioni di euro cioè 60 milioni 820 mila euro in più”.
La denuncia del deputato di Unidos Mauro Pili ha fornito i dettagli della borsa di Londra esaminati e approfonditi da tecnici della city londinese che hanno appunto evidenziato la gravità dell’operazione messa a segno sulla banca genetica sarda.
INTERROGAZIONE URGENTE DELL’ON. PILI AL MINISTERO DELLA RICERCA E SALUTE
Pili ha anche reiterato un’interrogazione urgente al ministro della ricerca e della Salute, degli esteri e della giustizia sulla vicenda proprio per le molteplici implicazione che tale operazione:
“A guadagnare dall’operazione sono soprattutto i titolari delle quote non in vendita la Planwise Group Ltd controllata da Gabriele Cerrone che detiene il 60.46%, la Nerviano Medical Sciences Srl con il 4.58% e Chris McGuigan con il 3.37%. Il restante è tutto flottante in borsa, quello che ha generato quello spaventoso guadagno. Un’operazione tutta finanziaria che ha portato alla svendita del più grande patrimonio genetico della Sardegna. 13.000 referti genetici ogliastrini venduti a Londra come se niente fosse. Tutto questo conferma il silenzio complice di istituzioni e politica che ha consentito lo scippo da parte di un gruppo finanziario biotech britannico, alla ricerca del segreto della lunga vita. Una vera e propria svendita che ha generato un’operazione speculativa senza precedenti gestita su un fallimento non sempre lineare, a partire dalla vendita al gruppo di Don Verzè. Tutto questo – aggiunge il deputato di Unidos – con il silenzio del mondo delle istituzioni che nonostante i reiterati allarmi si è totalmente disinteressato della vicenda.
Sottolinea Pili l’inaccettabile silenzio delle istituzioni: “E’ inaccettabile la vendita di quella banca dati e come ho detto sin dal primo giorno le istituzioni devono impedire che il grande valore di quel patrimonio diventi mera speculazione di borsa alla faccia della ricerca e degli stessi sardi che hanno contribuito con senso di abnegazione alla costituzione di quella banca dati. Alla luce di questi dati finanziari – conclude Pili – lo scippo ai danni dei sardi e della loro anima genetica è ancora più grave e il silenzio di autorità e istituzioni è ormai inaccettabile”.
Ora l’On.Mauro Pili ricorda le parole di Rita Levi Montalcini nel suo incontro nel lontano luglio 2003, all’inaugurazione del cuore pulsante della ricerca sarda, il Parco scientifico e tecnologico Polaris: “Non usò mezze frasi: la ricerca genetica sarà il faro della nostra missione. Mi raccomando, esorta e minaccia: si ricordi che l’economia e la finanza sono al servizio della Ricerca e non il contrario. Pensi alla genetica, mi dice: il vostro patrimonio, la vostra anima genetica non deve diventare mai strumento per affari“. E come un presagio quelle parole della Montalcini sembrano non essere stata recepite, una grande amarezza e profonda impotenza.
Questi campioni che custodiscono un valore scientifico straordinario erano stati donati dai sardi per la scienza…