di Cinzia Marchegiani
Regione Lazio – Un caso di gestione complicato che perdura da 14 anni lunghi anni la scoperta archeologica di straordinario valore, nel Comune di San Cesareo, della Villa di Cesare e Massenzio.
Lo scorso 2 luglio la commissione Cultura, spettacolo, sport e turismo, presieduta da Luciano Crea (Lista per Rocca), ha tenuto un’audizione in merito alla situazione della Villa di Cesare e Massenzio presente nel comune di San Cesareo provincia di Roma.
ANTEFATTO. Nel 2010 a San Cesareo, durante una serie di scavi archeologici effettuati lungo l’antico tracciato della via Labicana, in località “Colle del Noce”, vennero alla luce i resti di una grande Villa romana, comprendente fra le altre cose una fontana monumentale, terme pubbliche e una vasta necropoli di più di 200 tombe. Insomma San Cesareo diventa la culla di un’area di altissimo interesse archeologico dell’estensione di circa 10.000 metri quadrati, con strutture murarie molto ben conservate; la cronologia delle strutture attualmente individuate della villa va dalla fine dell’età repubblicana al II secolo d.C., mentre il grande ninfeo monumentale e la struttura termale apparterrebbero alla fine del III sec.-IV d.C. Si legge che l’estensione delle strutture, la qualità dei mosaici policromi, la ricchezza dei marmi pregiati e rari, la presenza del ninfeo e di terme monumentali, ha portato gli studiosi ad ipotizzare di essere di fronte a una villa imperiale, forse proprio la grandiosa villa citata da illustri studiosi, nella quale si sarebbe trovato Massenzio il giorno in cui fu acclamato Augusto (306 d.C.).
PATRIMONIO INEDITO E PROGETTI EDILIZI, E FINANZIAMENTI INACCESSIBILI PER VIA DELL’UBICAZIONE
Una scoperta di straordinaria importanza che però negli anni ha generato tantissime problematiche sia di gestione (con relativi progetti di piani edilizi approvati inizalmente dallo stesso Comune), sia di tutela del patrimonio di straordinario valore. La villa, che si trova al XVIII miglio della via Labicana è divenuta pubblicamente nota come la “VILLA DI CESARE E MASSENZIO”, secondo una definizione proposta dall’archeologo e studioso Emilio Ferracci residente a San Cesareo e profondo conoscitore del territorio circostante e della sua storia archeologica.
REGIONE LAZIO, IN AUDIZIONE PRESSO COMMISSIONE CULTURA SPETTACOLO SPORT E TURISMO IL SINDACO DI SAN CESAREO, CONSIGLIERI COMUNALI E MARIA CRISTINA RECCO, CONSULENTE SCIENTIFICO
In regione Lazio lo scorso 2 luglio ad essere ascoltati sono stati: Alessandra Sabelli, sindaca del Comune di San Cesareo; Emanuela Fondi, Consigliera Comunale di San Cesareo con delega alla cultura;
Emanuele Gavini, Gianluca Giovannetti, Massimo Mattogno, consiglieri comunali di San Cesareo; Maria Cristina Recco, consulente scientifico.
Presente all’audizione anche Simona Renata Baldassarre, assessore regionale alla Cultura, Pari Opportunità, Politiche giovanili e della Famiglia, Servizio civile. I due vicepresidenti: Marco Colarossi (FI) e Edy Palazzi (FdI). La consigliera: Maria Chiara Iannarelli, (FdI).
Dagli interventi è stato messo in rilievo che la Villa di Cesare e Massenzio, situata nel comune di San Cesareo, vicino Roma, è un sito archeologico di grande importanza storica e architettonica. Questa villa rappresenta un esempio notevole di architettura residenziale romana e offre un’eccezionale testimonianza della vita e della cultura dell’epoca imperiale.
“La villa si estende su una vasta area e comprende numerosi edifici e strutture. Gli scavi archeologici nella Villa di Cesare e Massenzio sono iniziati nel XIX secolo e continuano tutt’oggi. Numerosi reperti, tra cui statue, ceramiche e oggetti di uso quotidiano, sono stati ritrovati e offrono preziose informazioni sulla vita e la cultura dell’epoca. Negli ultimi decenni, sono stati effettuati significativi lavori di restauro per preservare le strutture rimaste e per rendere il sito accessibile ai visitatori. Questi lavori hanno permesso di recuperare molte delle decorazioni originali e di stabilizzare le strutture architettoniche“.
Fatti emersi ormai noti da molti anni che non hanno trovato alcun propositivo epilogo.
Dall’audizione : “La Villa di Cesare e Massenzio è un sito di grande interesse per gli studiosi di archeologia e storia romana, ma anche per i turisti che vogliono scoprire le meraviglie del patrimonio culturale italiano. La villa offre un’opportunità unica di vedere da vicino come vivevano i romani ricchi e potenti e di ammirare l’abilità artistica e architettonica dell’antica Roma. Rappresenta un patrimonio culturale di inestimabile valore“.
San Cesareo potrebbe diventare una meta turistica inedita e per questo difesa ad oltranza negli anni da esposti e denunce dal Comitato di Difesa del Territorio Colli Prenestini – Castelli Romani con l’intento di “bloccare l’ennesima speculazione privata a danno dei cittadini e dell’interesse pubblico“:
“Parliamo ovviamente della Villa Imperiale di Cesare e Massenzio che, dopo svariati tentativi di relegarla al ruolo di complemento di arredo di un complesso residenziale e di culto, vede oggi la speranza di diventare un vero e proprio parco archeologico, donando al paese un ruolo di prestigio e, contestualmente, una significativa possibilità di ripresa per l’ economia locale”.
Il Comitato di Difesa del Territorio Colli Prenestini – Castelli Romani non presente all’audizione ricordava già tempo fa nelle sue numerose arringhe:
“L’importanza della Villa, oltre ad un ninfeo ed a delle vasche termali emersi in occasione degli scavi realizzati in questi anni, è rappresentata dalla presenza di numerosi mosaici per i quali, in occasione del “XX° Colloquio alla AISCOM della Associazione Italiana per lo studio e la conservazione del mosaico” tenutosi a Roma nel marzo 2014, esperti nazionali ed internazionali ne hanno sottolineato non solo la rilevanza ma la incredibile unicità“.
DALL’AUDIZIONE IN COMMISSIONE CULTURA SPETTACOLO SPORT E TURISMO: “VILLA DI MASSENZIO, UBICATA SU TERRENO DI PROPRIETARI PRIVATI COMPORTA INACESSIBILITÀ AI COTRIBUTI DEL MINISTERO DELLA CULTURA E DI ALTRI ENTI”
L’audizione focalizza un problema importante: “Proprio per tutelare al meglio questo bene archeologico va risolta una questione fondamentale sulla proprietà dei terreni perché essi sono dei privati. Questo comporta seri problemi sull’accesso ai contributi del Ministero della Cultura e di altri Enti. Una problematica di non poco conto“.
PRESIDENTE CREA E ASSESSORE BALDASSARRE: “NECESSARIO CONFRONTO TRA LE PARTI, COMUNE E PRIVATI PER SOLUZIONE PROPEDEUDICA”
A tal proposito sia il presidente Crea che l’assessore Baldassarre, pur ribadendo la massima e totale disponibilità ad interventi da parte della Regione Lazio, hanno chiesto un necessario confronto tra le parti (Comune e privati) per trovare una via di uscita e soluzione propedeutica ai successiVI passi necessari.
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