Nola (Napoli) – Sul caso Nola interviene Anaao Assomed– Associazione Medici Dirigenti e si rivolge al Governatore della Campania che in merito all’emergenza sanitaria gestita dai medici del pronto soccorso in seguito ad un afflusso di 500 persone in un solo giorno, De Luca ha chiesto la testa dei medici, insomma il loro licenziamento.
COSTANTINO TROISE: “IL CASO NOLA. ARROGANZA E SOLITUDINE DEL POTERE”
L’ostinazione con cui il governatore della Campania continua, malgrado il coro di critiche sollevatosi, a minacciare di licenziamento tre medici dell’ospedale di Nola, è degna di miglior causa, commenta il Segretario Nazionale Anaao Assomed, . E, nello stesso tempo, spia dell’impotenza della politica che si scopre sola davanti alla complessità di un mondo sconosciuto che si rifiuta di farsi ridurre al semplicismo voluto. In preda ad un riflesso pavloviano, ed incapace di attuare soluzioni, il governatore , nudo davanti alle proprie responsabilità, non trova di meglio che giocare allo scaricabarile, confondendo cause ed effetti, responsabilità cliniche e gestionali, potere di organizzazione e compiti amministrativi. Al punto da dimenticare anche “…L’eccezionale sovraffollamento verificatosi; l’afflusso di 500 pazienti in una sola nottata in un ospedale che dispone di 100 posti letto, le giornate festive che hanno di fatto sospeso le prestazioni dei medici MMG dal 5 gennaio…” riportati nel Comunicato n. 7 del 9/01/2017 della Regione Campania.
ANAAO ASSOMED continua l’affondo su quella sanità al collasso che avrebbe ben altre responsabilità: “Nella peggiore tradizione, il plenipotenziario della sanità campana si autoassolve, mostra i muscoli, istruisce processi sommari di cui anticipa la sentenza ed invece di inviare personale e letti, avvia il valzer degli atti e delle carte, rigorosamente lontano comunque dai palazzi di S. Lucia o dal management che ha scelto. Tentando di scaricare le inefficienze politiche e gestionali su chi, in trincea, con le scarse risorse assegnate, garantisce, tutte le notti e tutti i giorni dell’anno, senza mai chiudere i cancelli della fabbrica, la esigibilità di un diritto tutelato dalla Costituzione. Presidiando l’unica porta che la sottrazione progressiva ed inesorabile di risorse umane ed economiche alla Sanità pubblica lascia aperta per garantire il diritto alla cura. In che condizioni e con quali sacrifici per pazienti ed operatori, è sotto gli occhi di tutti. In una Regione precipitata all’ultimo posto, preceduta anche dalla disastrata Calabria, nella valutazione dei LEA, in cui la aspettativa di vita è a livello della Bulgaria, non possiamo non sottoscrivere, parola per parola, la dichiarazione del Vescovo di Nola. E consigliare al governatore, che ha evidentemente conti da regolare con i colleghi delle altre Regioni e con il Ministro, di riservare la politica muscolare per pretendere il dovuto. Magari autosospendendosi. Si dedichi, intanto, a perseguire gli obiettivi annunciati, a partire dall’apertura completa, e non a spicchi, dell’Ospedale del Mare, con il rispetto dovuto a chi, con conoscenze e competenze sviluppate in un percorso formativo di complessità e lunghezza senza eguali, fa la differenza tra la salute e la malattia e, spesso, tra la vita e la morte dei cittadini, anche quelli della Campania. La sanità non ha bisogno di arroganza e capri espiatori. Ognuno faccia il proprio lavoro“.