di Daniel Prosperi
“Succede tutto per una ragione, ma la ragione magari sei tu…”
Il tormentone estivo di Benji e Fede insieme alla topica Annalisa si presta maledettamente bene all’attualità. Una sottile linea rosso-sangue sta silenziosamente forgiando il confine tra l’humanitas e la crudeltà, quella in cui solo i regimi totalitari si erano finora spinti e non con successo perché era evidente.
Stavolta, è nascosta, tra le vie di un centro città, la normalità.
Si manifesta in tutta la sua massima intensità percepibile, quasi una sfida nel superare la natura quando fa il suo corso. Vittime e carnefici allo stesso tempo. Vi ricordate da piccoli quando giocavamo a “guardia e ladri”? Ecco, allo stesso modo in cui con gli amici scambiavamo i ruoli, una volta per uno, alla pari sta accadendo una realtà al massacro che cade come goccia dopo goccia, nonostante l’estate torrida e la pioggia diventata un sogno nel cassetto.
Più che sull’innocenza delle vittime di stragi ISLAMICHE, mi soffermerei sulla colpevolezza degli assassini, di quella che non troviamo mai scritta nei titoli di giornale.
La lucidità con cui mettono in atto la pazzia farebbe rabbrividire anche un serpente per il superamento del limite sensoriale naturale di una qualunque azione. “Uccidiamoli tutti” grida il cittadino impaurito, poco attento e spesso ignorante, che contraddice le sue stesse radici cristiane che paventa ogni giorno dall’alto dell’organo Costituzionale Facebook.
“Ma cosa dite?! Disegniamo per terra con i gessetti così la finiscono. W l’amore!” tuona lo pseudo-comunista di turno che riesce ad unire anche i morti condannando doppiamente per colpa grave chi è nato e non naturalizzato negli Stati occidentali, e con la parola amore intendono quella per le “risorse” economiche che producono queste “risorse” umane. “È colpa dell’islam” affermano i poteri forti che strumentalizzano la religione, essendo un falso fine ed un ottimo mezzo.
“Aspettate. Ma perché in Italia, su 24000 decreti di respingimento, solamente 2000 circa sono stati perfezionati? Non sarà forse il sistema esecutivo della legislazione che ha qualche falla?” replica l’onesto intellettuale.
Forse, sono queste le categorie degli occidentali, quelli che fanno a botte con i loro stessi pensieri. Mentre i terroristi se la ridono sui social.
Dubbi sul perché non li rintracciano attraverso la rete? Sul perché conoscano già da prima questi malati e lo affermino subito dopo un attacco? Continuate a vivere nel dubbio, che è l’unica certezza che abbiamo. L’unico dubbio che non lascia spazio è: alla fine, il problema chi lo risolve? Una risposta a questo dobbiamo trovarla, per necessità. Un po’ come l’abusivismo che è una risposta alle mancate politiche abitative no?!
Trovarlo però nelle regole, nel pretenderle da chi ci rappresenta (attualmente, in maniera indegna), vaccinandoci dall’odio e dall’amore che spesso fa più danni, perché anche i terroristi amano il Dio che gli viene inculcato con qualche finanziamento e arma. Usciremo da questa instabilità emotiva globale, con un rinascimento morale e culturale. Tanto persi già ci stiamo ed è l’occasione giusta per imparare a bastarsi da soli, per poi arrivare ad unire con spontaneità ogni individualismo positivo e diversità perché fortunatamente non siamo tutti uguali ma nessuno lo è più di un altro.
Terroristi presunti uccisi dalla Polizia prima che potessero parlare. Terroristi mai rintracciati sul web nonostante inneggiassero alla strage degli infedeli, mentre Facebook censura i pensieri non conformi alla comunità?
Ad un’ultima riflessione invece ci sono miriade di risposte: perché in Italia ancora non hanno colpito? Rispetto per il nostro anarchico paese o attesa per un evento epocale? La risposta ha un nome: Giulio Regeni. Suvvia, domani ricomincia il campionato e tutto ritorna nel dimenticatoio, come un incantesimo della memoria da Harry Potter. Almeno quello è un film. La realtà, purtroppo, non è cosi magica ed è tutto terribilmente vero.