Bruxelles – Mario Draghi minaccia azioni legali. Le autorità slovene il 6 luglio 2016 sono entrate nei locali della Banca Slovena sequestrando informazioni della BCE detenute dalla stessa banca, in particolare le informazioni memorizzate sulla rete interna della Banca Slovenia e sul’hardware IT utilizzata dal Governatore, un ex vice governatore e alcuni membri del personale nel corso di un procedimento di indagine pre-criminale.
FreedomPress trova i documenti che attestano le minacce di Mario Draghi con cui denuncia il sequestro in due lettere inviate rispettivamente al (1) Dr. Fišer Procuratore generale della Repubblica di Slovenia Procuratore e a (2) Jean-Claude Juncker, Presidente della Commissione europea che troverete a fondo articolo.
Mario Draghi, il presidente della Banca Europea Centrale avvisa ripercussioni legali, nelle lettere inviate spiega: “Il sequestro di informazioni posseduti o detenuti dalla BCE, indipendentemente da dove si trovava l’informazione e se si è classificato o no, viola il Protocollo sui privilegi e sulle immunità delle Comunità Unione europea (articolo 2, in combinato disposto con l’articolo 22). Ho formalmente protestato contro tale dirottamento delle informazioni BCE e invito l’autorità slovena a porre rimedio a tale violazione. Inoltre, la BCE esplorerà anche un’adeguato rimedio legale di diritto sloveno”.
E’ furente Mario Draghi, che ricorda che le autorità slovene competenti sono state informate che le apparecchiature sequestrate contengono informazioni della BCE e che tali informazioni sono protette dal diritto comunitario primario applicabile: “Pertanto, la BCE deplora che non vi è stato alcun tentativo di trovare una soluzione conciliare lo svolgimento delle indagini pre-criminali con il privilegio della BCE sulla inviolabilità della sua archivi. In questo contesto, la BCE afferma la sua posizione coerente di non interferire con la nazionale (pre) penale indagini”, ammonisce Draghi.
INDAGINI DELLA POLIZIA SLOVENA SU IRREGOLARITÀ COMMESSE NEL 2013
La polizia slovena avrebbe condotto indagini in quattro diversi edifici di Lubiana, tra cui i locali della Banca centrale europea, in cerca di prove per un’indagine preliminare su possibili irregolarità commesse nel 2013, quando la Slovenia ha immesso 4,5 miliardi di liquidità nelle proprie banche. Il caso sotto esame riguarda la decisione della banca centrale slovena di cancellare parte del debito del gruppo Nlb. Quattro persone, secondo i media sloveni, sarebbero indagate per abuso d’ufficio nell’ambito di una truffa da 257milioni.
Nessun privilegio per la polizia slovena. Per la polizia slovena, le persone interessate dalle indagini non agiscono a nome dell’Unione europea ma come funzionari delle istituzioni slovene e della Banca di Slovenia e i suoi impiegati non godono di privilegi che li renderebbero esenti da indagini preliminari.
(1) Lettera di Mario Draghi al Procuratore generale della Repubblica di Slovenia
https://www.ecb.europa.eu/pub/pdf/other/160706letter_fiser.en.pdf?377e043adc876ff018dcb12f70a86377
(2) Lettera Mario Draghi a Jean-Claude Junker https://www.ecb.europa.eu/pub/pdf/other/160706letter_juncker.en.pdf?fcfb79f01ee69fb26efea0848de2b3c4