di Daniel Prosperi
Non solo vincitore morale. Francesco Gabbani, classe ’82, vincitore dell’edizione 2016 di Sanremo Giovani, bissa quest’anno una vittoria un gradino più in alto. Unico a farlo prima di lui Eros Ramazzotti, ma non consecutivamente: nella sezione Voci Nuove nel 1984 con “Terra Promessa” e tra i Big nel 1986 con “Adesso tu“.
La sua “Occidentali’s Karma” ha strappato il premio più ambito dagli artisti, superando i notevoli di questa edizione. Evidentemente anche per gli stagionati della musica italiana è arrivato il momento della renziana rottamazione. Ma non sempre i giovani meritano, sia chiaro.
Gli Stadio lo scorso anno, hanno trionfato con “Un giorno mi dirai” perché ha fatto riflettere, per la tematica trattata, per l’amore che le 1100 parole del testo intrinsecamente avevano.
È doveroso dirlo: dopo anni di aiutini ai fuoriusciti dai talent show, tipo la trovata commerciale del 2015 per “Il Volo”, stavolta no. Niente “Amici” degli amici, niente X sui nomi, niente canzoni lasciate dalla buongustaia cuoca che tengano. Infatti hanno chiamato direttamente una conduttrice in sostituzione delle loro forzate performance.
Questa volta ha vinto la musica dal sapore anni’80, degli anni della “voglia di cantare” e di “felicità”, ma anche quella che nell’immaginario dei più non ha alcuna possibilità di vincere ma solo di tenere il palco. Eppure c’è stato qualcosa che ha colpito. In un’epoca triste, alimentata anche dai “Darki Poli Gangs” e i “Belli Fighi” vari che stanno distruggendo oltre la musica, l’intera cultura italiana, un giovane toscano che canta e mette allegria e riflessione in tre minuti e una manciata di secondi di ascolto, è da ringraziarlo. Veramente.
Se leggete bene il testo, con un titolo così assurdo, il premio più ambito può accompagnare solo un miscuglio azzeccato delle filosofie di vita, della ricerca del “karma” nel nostro occidentalismo, fatto di “selfisti anonimi” e di “gocce di Chanel che cadono su corpi asettici”. “Namastè, Nirvana, il Buddha in fila indiana” E lo dice pure lui: “Quando la vita si distrae, cadono gli uomini, Occidentali’s Karma l’evoluzione inciampa, la scimmia nuda balla“.
Un genio regà. Ha colpito perché maledettamente allegro, istrionico, giocoso, estroso, vero. E da domani, tutti a ballare “Occidentali’s Karma”!
Onore comunque ad una donna verace e rappresentativa di tutte: la canzone della Mannoia non è vincitrice, ma lei lo è stata sostanzialmente. Chissà adesso, quante ne avranno da dire nei salotti televisivi, un po’ alla battaglia finale Clinton/Trump.
E forse, anche qui, il popolo ha dimostrato di avere sempre, furbamente ragione. Ma soprattutto sarà difficile sorbirsi nei prossimi giorni, il toto-conduzione nel 2018. Come dissero gli antichi, DE GUSTIBUS NON DISPUTANDUM.
Ma soprattutto: “DE CONDUCIBUS NON ASCULTANDUM UT NON PILAS CAPERE .”
AAA Cercasi umanità virtuale….