di Ci. Ma.
Il Vice-Presidente Nazionale Gruppi di Ricerca Ecologica (G.R.E.), Vincenzo Stabile si rivolge al Ministero dell’Ambiente e lo fa senza mezze misure auspicando di rivedere “LA LEGGE “AMMAZZA – PARCHI” e affrontando seriamente la questione “Nomine dei Presidenti e dei Direttori politicizzati”.
“Nonostante sia trascorso poco più di un anno dalla legge ‘ammazza Parchi’, il contesto politico completamente ribaltato, a cominciare dal Ministero dell’Ambiente per la prima volta retto da una persona altamente qualificata in materia ambientale, ci induce ad aspettarci che vengano cancellati quanto prima gli sciagurati effetti dei provvedimenti adottati dal precedente governo in materia ambientale, ovvero la Legge che distrugge il Corpo Forestale dello Stato entrata in vigore il 1/1/2017, la Legge Ammazza-Foreste e la Legge Ammazza- Parchi anche queste risalenti, guarda caso al 2017”, è quanto dichiara il dott. Vincenzo Stabile, Vice-Presidente Nazionale dei Gruppi Ricerca Ecologica.
STABILE: “LE AREE PROTETTE NON DEVONO ESSERE OGGETTO DI BARATTO POLITICO”
“La priorità a nostro avviso spetta proprio all’eliminazione quest’ultimo provvedimento che aveva accantonato la 394/91, una legge aveva permesso all’Italia di proteggere il 10% del proprio territorio – continua Stabile – Il Governo del cambiamento non deve permettere che le aree protette continuino ad essere oggetto di baratto politico, e va veramente portato un cambiamento che rispetti le competenze e le professionalità specifiche. I GRE si impegnano sin da ora in una mobilitazione per chiedere una nuova Legge di riforma in materia di Parchi e Riserve naturali. Ci aspettiamo molto da questa nuova gestione anche perché il Capo della segreteria è lo stesso presidente della LIPU, persona di alto spessore e con forti motivazioni ambientali, e come sottosegretario allo stesso Ministero c’è Micillo che durante una Conferenza stampa indetta il 16 maggio 2017 dal M5S assunse giustamente le posizioni più dure parlando di nessuna competenza specifica dei direttori nominati con criteri meramente politici in conseguenza della c.d. Legge ammazza parchi, come era stata ribattezzata dalle principali Associazioni Ambientaliste presenti anche alla stessa Conferenza Stampa. L’archiviazione della 394 ha rappresentato una pagina grigia per l’Italia, trasformando le aree protette in strumenti della politica locale, sgretolando l’interesse nazionale che ha deve avere come obiettivo la conservazione dell’ambiente e la tutela diretta della fauna selvatica. Un grave attacco alla tutela della biodiversità da parte dei precedenti Governo e Parlamento, fu anche il mancato riconoscimento dei siti Natura 2000, cioè dei siti europei più importanti per la conservazione della Natura, come aree protette ai sensi della legge italiana. Inaccettabile anche l’introduzione del sistema di royalites una tantum, per cui paghi (a prezzo di saldo) per poter inquinare. E c’è un pesante vulnus per le aree marine protette, già penalizzate da un punto di vista legislativo rispetto ai parchi territoriali, in quanto la legge attuale potrebbe addirittura consentirne la distruzione da parte delle trivellazioni”.
Stabile continua:
“Volendo fare tesoro delle esperienze positive del passato non si può non ricordare l’opera svolta dall’Azienda di Stato per le Foreste Demaniali ed al Corpo Forestale dello Stato di cui questa faceva parte servendosi di personale tecnico di elevatissima professionalità, diretto da vere e proprie personalità in campo forestale ed ambientale che hanno pubblicato contributi tecnico scientifici ancor oggi validi. Grazie a questa Istituzione si sono potute conservare dei veri e propri gioielli ambientali come le Foreste Casentinesi, il Tirone Alto Vesuvio, la Cerreta Cognole e tante altre, molte delle quali nel momento attuale in stato di degrado“.
Vincenzo Stabile, Vice Presidente Nazionale di Gruppi di Ricerca Ecologica, già Comandante del Corpo Forestale dello Stato in Campania conclude augurando un reale cambiamento “Affinché non sia solo uno slogan, il Governo deve pertanto immediatamente mettere mano ai disastri fatti in passato, ripristinando una reale tutela dell’ambiente quale interesse nazionale“.
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