Diciannove donne, diciannove eroine coraggiose rinchiuse in gabbie di ferro, a mo’ di bestie. L’orrore continua. La minoranza Yazida incassa un duro colpo, l’ennesimo: è ancora una volta il terrorismo, quello spietato.
All’ìndomani della notizia diffusa dall’agenzia Ara News non ci resta che riflettere. Riflettere, perché ormai sono esaurite tutte le lacrime per poter piangere. Riflettere su quanto le potenze mondiali restino a guardare. E’ una guerra senza bombe ma con le autobombe; è una guerra senza limiti territoriali ma che si estende ovunque. E’ una minaccia che pende sulle nostre città ogni giorno; ieri Mosul e Turchia, mesi fa Parigi e Bruxelles, domani, non si sa.
Donne, mamme, giovani ragazze comuni, hanno avuto il coraggio di rifiutare la schiavitù, termine che, ancora nell’era della globalizzazione, aleggia minaccioso in una terra martoriata dal Califfato. Lo scorso giovedì, perciò, sono state bruciate dinanzi a spettatori inermi, come fosse uno spettacolo, il più atroce degli spettacoli.
E’ la dura legge del califfato, quella che non fa sconti a nessuno, neppure alla più debole delle vittime.
Era l’agosto del 2014 quando, i jihadisti si erano impossessati della regione irachena di Sinjar, culla della minoranza religiosa Yazida considerata eretica dai sunniti dello Stato islamico. Un escalation di massacri, roghi e sevizie in nome di una religione che, di sicuro, tutto ciò non lo ha mai ordinato.
Inaccettabile, eppure, passivamente, ci stiamo abituando a tutto ciò. I telegiornali sembrano raccontare storie a cui siamo ormai avvezzi, storie di paura e terrore che neppure ci scalfiscono più. Il terrorismo spietato forse ha già colpito anche noi, le nostre menti, assuefatte e abituate ormai ad una assurda convivenza con il nemico.
E allora, non resta che pensare a come nascondersi, a come evitare luoghi affollati, a come privarsi di vivere liberamente. Ma non è vita questa. Le coraggiose donne bruciate brutalmente hanno dato una grande lezione con il loro sacrificio: hanno affrontato il pericolo concretamente, difendendo quei valori e quei principi che hanno fatto di tutti noi persone libere.
E’ il coraggio, l’antidoto.
Bruciate come streghe, come eretiche, proprio come accadeva nel Medioevo, eppure, ne sono passati di secoli, ma, la storia, nei suoi orrori, non smette mai di ripetersi.
di Christian Montagna