di Cinzia Marchegiani
Il dilemma di sempre. È possibile prevedere i terremoti? Tutti i sismologi tendono a precisare che ogni sisma è incontrollabile e imprevedibile, in quanto forza della natura. I geologi non sono ancora in grado di farlo, ma possono fare delle previsioni statistiche. Se sanno che una certa area è soggetta a terremoti perché si trova lungo una faglia attiva, determinano con una certa precisione il suo rischio sismico. Con le apparecchiature odierne non si è ancora in grado di riuscire a capire, dove, come e quando colpirà il sisma. Si può, però, avere buona prevenzione ed educazione civica.
Questa mattina il Centro Italia è stato colpito nuovamente dal terremoto, dalle 10:25 tre forti scosse, oltre ad una serie di piccoli sismi di assestamento. Il primo forte terremoto ha avuto una magnitudo di 5.1; alle 11:14 la seconda forte scossa di magnitudo 5.4 e dopo cinque minuti il terzo terremoto di 5.3. La terra ha tremato anche a Firenze e Roma ma l’epicentro di tutti i sismi è stato localizzato tra L’Aquila e Rieti, nelle zone già colpite dai terremoti.
L’ANALISI DEL PROFESSOR TONDI GETTA IMPORTANTI RIFLESSIONI
L’analisi quasi profetica del professor Emanuele Tondi, Responsabile della sezione di Geologia dell’Università di Camerino ed esperto sismologo, sindaco di Camporotondo di Fiastrone (comune marchigiano fra quelli colpiti dal sisma del 24 agosto) che da sempre effettua rilievi sui luoghi interessati dal terremoto che ha pesantemente colpito i comuni di Amatrice, Arquata, Pescara del Tronto ed Accumuli, che pubblicata il 29 novembre 2016 fa riflettere molto e dovrebbe aprire importanti dibattiti.
Il professor Tondi pubblicando queste due immagini il 29 novembre 2016 analizzava i dati a sua disposizione:
“A sinistra trovate un’immagine presente nel ‘SECONDO RAPPORTO DI SINTESI SUL TERREMOTO DI AMATRICE ML 6.0 DEL 24 AGOSTO 2016 (ITALIA CENTRALE)’ pubblicato da INGV il 19 Settembre scorso. Sono rappresentate le faglie con i rispettivi nomi e l’effetto che l’attivazione della faglia che ha generato il terremoto del 24 Agosto (colorata in rosso e verde) ha indotto in quelle vicine, in particolare quelle a nord e a sud (con i valori del CFF positivi). Sono gli effetti di interazione di cui si parlava in un post precedente e che possono ‘caricare’ le faglie vicine a quella che ha generato un terremoto. Queste simulazioni indicano esclusivamente quali faglie sono sottoposte a ‘stress’ aggiuntivi rispetto ad altre e non il fatto che si attivino sicuramente, in quanto bisognerebbe sapere (e non lo si può sapere) a che punto stanno della ‘carica’. Tuttavia, poi ci sono stati i terremoti del 26 e 30 Ottobre generati dalla Faglia del Monte Vettore-Monte Bove con epicentro tra Norcia-Preci e Visso. A sud, come potete vedere, ci sono le faglie del Gorzano e di Capitignano. Se in futuro un altro terremoto di una certa magnitudo si verificherà lungo questa zona, è chiaro che le candidate più probabili sono loro. Che l’evento di magnitudo 4,4 sia un foreshock che precede un evento importante generato dalla faglia del Gorzano o di Capitignano non è dato saperlo.
Osservando la mappa dei terremoti avvenuti negli ultimi 90 giorni (immagine a destra), l’evento di questa sera sembra, anche se nell’estremità sud, rientrare nella zona di instabilità che sta generando aftershocks dal 24 Agosto. Voglio sperare che sia così, non è obbligatorio che si attivino in così poco tempo tutte le faglie presenti nell’area. Comunque, come ripeto da mesi, in quella zona è necessario verificare la vulnerabilità sismica degli edifici, chiamando per un sopralluogo un ingegnere affiancato da un geologo. Se l’edificio è a norma, non c’è nulla da temere, in caso contrario è necessario prendere provvedimenti. Si può convivere con la pericolosità sismica ma non con il rischio!!!”
Il sisma ad elevata densità distrugge ciò che non è in grado di resistere all’onda d’urto, costruzioni antiche di cui i borghi e molti comuni caratteristici non hanno adeguato le proprie abitazioni con le nuove regole antisismiche. L’uomo deve migliorare la prevenzione e la costruzione per provare, quanto meno a diminuire i danni di una possibile catastrofe ambientale. E ora l’analisi del Professor Tondi riapre dibattiti importanti, quelli che gli scienziati dovrebbero attivare per poter comprendere e affrontare questo sisma che sembra non voler finire.
Le popolazioni del centro Italia oltre ad affrontare le macerie dei terremoti che lo hanno colpito e devastato pochi mesi fa, stanno affrontando un’emergenza neve pesante, gelo e la convivenza in tende e roulotte che mettono a dura prova tutti.
Il professor Tondi continua a illuminare con le sue analisi e attente riflessioni frutto di studi e competenza che ora più che mai dimostrano di saper offrire importanti punti fermi scientifici e saper indicare i luoghi dove le scosse potevano colpire con molta probabilità e che poi il tempo le ha dato ragione…
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