Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro dell’interno Matteo Salvini, ha approvato un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, di sicurezza pubblica e misure per la funzionalità del Ministero dell’interno e l’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, nonché in materia di giustizia sportiva e di regolare svolgimento delle competizioni sportive.
Salvini: “Passo in avanti per l’Italia”
È stato approvato all’unanimità il decreto legge su sicurezza e immigrazione. Il via libera arriva oggi 24 settembre 2018 nel corso della seduta n. 20 del Consiglio dei ministri.
Il Decreto Salvini, un provvedimento che introduce una serie di novità, partendo dalla gestione dell’immigrazione e dell’accoglienza. Senza arretrare sulle garanzie e sui diritti fondamentali, come ha assicurato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte insieme al ministro e vicepremier Matteo Salvini. Con l’intento di mettere ordine nel sistema esistente, conformando il quadro regolatorio dell’accoglienza alle esigenze di sicurezza: “Più passi avanti in tema di sicurezza, più passi avanti per la tutela dei veri profughi“, secondo Salvini.
LE NOVITÀ.
Tra le principali innovazioni sul fronte immigrazione, il prolungamento dei tempi di trattenimento nei Cpr e l’individuazione di 6 fattispecie oggettive legate al riconoscimento dell’asilo, che in base al decreto potrà essere accordato a vittime di grave sfruttamento lavorativo, di tratta, di violenza domestica, di calamità naturali, protagonisti di atti di particolare valore civile, persone bisognose di cure mediche.
In tema di sicurezza vengono istituite 4 nuove sedi dell’Agenzia nazionale per l’assegnazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc), con la possibilità di vendere sul mercato gli immobili confiscati, “che altrimenti rimangono a carico dello Stato per anni”, sia per quanto riguarda la sicurezza urbana. Più poteri attribuiti alle Polizie locali, con l’accesso a parte delle banche dati delle Forze dell’ordine e la possibilità di estendere loro l’utilizzo della cosiddetta “pistola elettrica”, il Taser.
OCCUPAZIONE ABUSIVA IMMOBILI. Legato alla sicurezza è anche il tema dell’occupazione abusiva degli immobili, già affrontato a inizi settembre con una circolare del capo di Gabinetto del ministro, e sul quale il decreto introduce un giro di vite nei confronti delle organizzazioni dedite a tali reati.
DECRETO SICUREZZA E IMMIGRAZIONE
In particolare, il decreto prevede misure volte a:
- contrastare più efficacemente l’immigrazione illegale, garantendo l’effettività dell’esecuzione dei provvedimenti di espulsione;
- disciplinare i casi speciali di permesso di soggiorno temporaneo per motivi umanitari e definire nuove regole in materia di revoca dello status di protezione internazionale in conseguenza dell’accertamento della commissione di gravi reati;
- scongiurare il ricorso strumentale alla domanda di protezione internazionale e razionalizzare il ricorso al Sistema di protezione per i titolari di protezione internazionale e per i minori stranieri non accompagnati;
- prevedere la revoca della cittadinanza acquisita dagli stranieri condannati in via definitiva per reati di terrorismo;
- rafforzare i dispositivi a garanzia della sicurezza pubblica, con particolare riferimento alla minaccia del terrorismo e della criminalità organizzata di tipo mafioso, a migliorare il circuito informativo tra le Forze di polizia e l’Autorità giudiziaria e pervenire e contrastare le infiltrazioni criminali negli enti locali;
- introdurre strumenti finalizzati a migliorare l’efficienza e la funzionalità dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, anche attraverso il rafforzamento della sua organizzazione.
Misure sull’immigrazione e la protezione internazionale
Il provvedimento interviene primariamente sulla maggiore criticità dell’attuale sistema, individuabile nell’anomala sproporzione tra il numero di riconoscimenti delle forme di protezione internazionale espressamente disciplinate a livello europeo (status di rifugiato e protezione sussidiaria) e il numero di permessi di soggiorno rilasciati per motivi umanitari.
In particolare, si elimina l’attuale esercizio discrezionale nella concessione della tutela umanitaria, con l’introduzione di una tipizzazione dei casi di tutela complementare, con precisi requisiti per i soggetti interessati. Viene fatto salvo, comunque, il potere-dovere delle Commissioni territoriali di valutare l’eventuale sussistenza dei presupposti del principio di non respingimento (non refoulement), individuando i profili di rischio in cui il richiedente asilo incorrerebbe in caso di esecuzione del provvedimento di espulsione.
Per assicurare una efficace e più rapida gestione delle procedure per il riconoscimento della protezione internazionale, si introducono alcune disposizioni intese a contrastare il ricorso strumentale alla domanda di protezione, intervenendo, nel rispetto delle norme europee, sulle domande reiterate al solo scopo di impedire l’esecuzione imminente di un provvedimento di allontanamento.
Si introduce poi una specifica procedura per le domande presentate in frontiera dopo che il cittadino straniero è stato fermato per avere eluso o tentato di eludere i controlli e si prevede l’ipotesi di trattenimento dei richiedenti asilo, strumentale all’accertamento dell’identità o della cittadinanza del richiedente.
Ancora in materia di protezione internazionale, si interviene per ampliare il catalogo di reati che, in caso di condanna definitiva, comportano il diniego o la revoca della protezione internazionale, inserendovi ipotesi delittuose di particolare gravità e che destano allarme sociale. Per tali reati si prevede, inoltre, in caso di condanna in primo grado, la sospensione del procedimento per la concessione della protezione e l’espulsione del cittadino straniero. Identica procedura è prevista nel caso in cui il soggetto imputato per tali reati, benché non ancora condannato, sia ritenuto di particolare pericolosità sociale.
Il provvedimento introduce poi misure necessarie e urgenti per assicurare l’effettività dei provvedimenti di rimpatrio di coloro che non hanno titolo a soggiornare nel territorio nazionale, prolungando da 90 a 180 giorni la durata massima del trattenimento dello straniero nei Centri di permanenza per il rimpatrio e prevedendo la possibilità di procedere per l’esecuzione dei lavori di costruzione o ristrutturazione dei Centri per i rimpatri attraverso procedure negoziate, per lavori di importo inferiore alle soglie comunitarie in un arco temporale di tre anni.
Misure sulla sicurezza
Tra le misure principali, il decreto prevede specifici interventi che vanno dalla estensione dei controlli attraverso dispositivi elettronici per particolari fattispecie di reato (maltrattamenti e stalking), alle prescrizioni in materia di contratti di noleggio di autoveicoli per la prevenzione di atti di terrorismo, alla estensione dell’ambito di applicazione del divieto di accesso urbano (DASPO urbano), nonché alla applicazione di quello relativo alle manifestazioni sportive anche a coloro che siano indiziati per reati di terrorismo. Si prevede, altresì, un’apposita disposizione finalizzata a consentire anche alla Polizia municipale di utilizzare in via sperimentale armi comuni ad impulso elettrico.
Si predispongono poi misure finalizzate al contrasto del fenomeno delle occupazioni arbitrarie di immobili, attraverso l’inasprimento delle pene fissate nei confronti di promotori o organizzatori dell’invasione, nonché con la possibilità, nei confronti degli stessi, di disporre intercettazioni.
Si introducono anche disposizioni volte a migliorare l’efficienza e la funzionalità dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC), anche attraverso il rafforzamento della sua organizzazione.
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