di Cinzia Marchegiani
Il ministero della salute italiano annuncia che l’azienda italiana Advent IRBM di Pomezia e lo Jenner Institute della Oxford University inizieranno a fine aprile in Inghilterra i test accelerati del prototipo di vaccino anti Covid-19 su 550 volontari sani.
Il Dicastero spiega che “Normalmente i tempi medi per arrivare ad immettere un vaccino sul mercato sono di 2-3 anni, ma, a fronte dell’esigenza di arrivare quanto prima ad una soluzione sicura ed efficace, l’azienda di Pomezia ha deciso di passare direttamente alla fase di sperimentazione clinica sull’uomo“.
L’amministratore delegato Pietro Di Lorenzo ritiene:
“sufficientemente testata la non tossicità e l’efficacia del vaccino sulla base dei risultati di laboratorio ottenuti e definiti particolarmente buoni”.
NON SOLO. ESSENDO LUNGO IL PERCORSO PER RENDERE ACCESSIBILE A LARGA SCALA IL VACCINO – SE MAI SARA’ TROVATO – A SETTEBRE LE FORZE DELL’ORDINE E IL PERSONALE SANITARIO POTRANNO RICHIEDERLO IN MODALITA’ COMPASSIONEVOLE, LO AFFERMA IL DICASTERO DELLA SALUTE
“Il vaccino potrà essere disponibile – il ministero della salute spiega- già da settembre in modalità d’uso compassionevole per agenti delle forze dell’ordine e personale sanitario, ma sarà necessario molto più tempo perchè possa essere disponibile su larga scala per la popolazione”.
“E’ in fase finale la trattativa – dichiara Di Lorenzo amministratore delegato dell’azienda italiana Advent IRBM di Pomezia- per un finanziamento con un pool di investitori internazionali e vari governi interessati a velocizzare ulteriormente lo sviluppo e la produzione industriale del vaccino”.
Al momento l’azienda sta predisponendo i report scientifici da inviare all’Agenzia italiana del farmaco (Aifa).
Quello italo-britannico non è comunque l’unico prototipo di vaccino in corsa. Sono infatti cominciati, e hanno dato primi risultati positivi, i test preclinici di cinque candidati vaccini italiani contro il coronavirus condotti dall’azienda Takis. Complessivamente, sono oltre 50 i progetti allo studio nel mondo per arrivare ad un’immunizzazione efficace contro il SarsCov2.
NESSUN ALIBI ORA I MEDICI POSSONO RICHIEDERLO AD USO COMPASSIONEVOLE, BURIONI CHE FARA’?
Il virologo Burioni ospite alla trasmissione ‘Che tempo che fa’ ha lanciato la sua opinabile proposta per velocizzare i tempi della sperimentazione del vaccino contro il coronavirus, e cioè infettare dei pazienti sani dopo averli immunizzati. Giovani cavie perchè avrebbero meno patologie e più forti.
Il socialprof Burioni protrebbe utilizzare questa modalità compassionevole proposta dal Ministero della salute rivolta agli operatori pubblici nelle forze dell’ordine e agli operatori sanitari. Sarebbe un gesto di grande esempio popolare, visto che la nota trasmissione vanta milioni di telespettatori serali. E in questo momento ne abbiamo davvero bisogno.
Alla trasmissione “Che tempo che fa” lo stesso Roberto Burioni, ormai ospite fisso aveva spiegato la sua proposta per velocizzare la lungaggine burocratica etica a parte per sperimenatre su cavie giovani e in salute i vaccini:
“Si prendono 4mila persone, 2mila si vaccinano e 2mila no: poi si seguono nel tempo per vedere se tra i non vaccinati c’è maggiore incidenza della malattia. Questo richiede molto tempo: ma ora si sta cominciando a parlare della possibilità di sperimentare il vaccino su dei volontari. Se questo venisse eticamente accettato noi potremmo ridurre quell’anno a pochi mesi.”
Ora l’annuncio del Minisetro della salute non ammette alibi, la scienza ha bisogno anche di esempi.
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