Il nuovo coronavirus ha mietuto tante vittime, anche i non addetti ai lavori hanno compreso che il quadro clinico evolve nei casi peggiori in una polmonite interstiziale che mette a dura prova non solo chi ha comorbilitร (presenza altre patologie croniche). I sintomi clinici “tipici” di questi pazienti sono febbre, tosse secca, dispnea, mal di testa e polmonite. Lโinsorgenza della malattia puรฒ provocare unโinsufficienza respiratoria progressiva a causa di danni alveolari, che puรฒ esitare nella morte del paziente.
Il Prof. Gaetano Lanza, Professore associato di Cardiologia, Universitร Cattolica del Sacro Cuore e Responsabile UOSD Diagnostica Cardiologica non Invasiva, Fondazione Policlinico A. Gemelli spiega come il virus potrebbe attaccare direttamente il cuore, causando unโinfezione del miocardio (miocardite), con compromissione significativa della contrattilitร cardiaca, e/o del pericardio (pericardite).
Il lavoro del Professor Lanza impone ai medici la necessitร di valutare eventuali danni al cuore tramite un analisi del sangue, ma leggiamo il suo lavoro:
I ricercatori cinesi lanciano lโallarme cuore nei pazienti con infezione da COVID-19. Oltre ai polmoni, anche il cuore si sta rivelando infatti giorno dopo giorno un possibile bersaglio del coronavirus.
In caso di infezione da COVID-19, i pazienti coronaropatici, gli ipertesi e i diabetici sono piรน a rischio di complicanze e di esito infausto.
IL VALORE DELLA TROPONINA NEL SANGUE VALUTA IL DANNO CARDIACO. Nei soggetti COVID senza malattie cardiovascolari e senza aumento dei valori di troponina nel sangue (un indice di danno cardiaco), il rischio di morte รจ inferiore al 5-10%;al contrario, il rischio di morte aumenta di diverse volte nelle persone con malattie cardiovascolari ed aumento dei livelli di troponina nel sangue. Le malattie cardiovascolari insomma sembrano rappresentare un moltiplicatore del rischio di morte in caso di infezione da coronavirus. E il coinvolgimento cardiaco puรฒ assumere tanti aspetti: dalle sindromi coronariche acute e infarto miocardico, alla riacutizzazione di uno scompenso cardiaco, alla miocardite, alle aritmie.
Ad essere interessato da un danno cardiaco potrebbe essere un paziente su 5, stando almeno ai valori di troponina, ritenuta al momento lโesame piรน sensibile nel rilevare e dare una misura del danno cardiaco. I problemi cardiaci non sempre sono secondari a quelli respiratori; a volte, infatti, esordiscono per primi e in maniera indipendente dallโentitร della compromissione respiratoria (polmonite, insufficienza respiratoria). I pazienti piรน a rischio di complicanze cardiache da COVID-19, oltre quelli affetti da malattie cardiache note, sono gli anziani e quelli con fattori di rischio cardiovascolare, quali ipertensione e diabete. Sulla base di questi dati alcuni autori suggeriscono che in tutti i pazienti COVID, o almeno in quelli a maggior rischio cardiovascolare, andrebbero monitorati i biomarcatori di danno cardiaco.
Cosa hanno mostrato gli studi clinici.
Lโallarme su un ruolo significativo del danno miocardico nella prognosi dei pazienti da infezione da Covid-19 รจ venuto, in particolare, da alcuni studi cinesi.
In unoย studioย su 416 pazienti di Wuhan,ย Shiย e colleghi hanno evidenziato comeย il 19,7% presentava segni di danno miocardico, come indicato da un aumento dei valori diย troponina (TnI)ย nel sangue, e come questi pazienti presentassero il piรน alto tasso di mortalitร ospedaliera (ben il 51,2%), mentre i pazienti senza danno miocardico avevano una mortalitร del 4,5%. Inoltre, piรน alti erano i livelli di troponina nel sangue piรน alta era la mortalitร .
In unย secondo studioย su 187 ricoverati per infezione da Covid-19,ย Guoย e colleghiย hanno evidenziato un danno miocardico nel 27,8% dei casi. Anche in questo caso la mortalitร in ospedale di questo gruppo era molto piรน alta (59,5%, ma arrivava al 69,4% nei pazienti con cardiopatia ischemica preesistente), rispetto a quella dei pazienti senza evidenza di danno miocardico in base al dosaggio di troponina (8,9%). Cosa interessante, i pazienti con storia nota di cardiopatia ma con valori di troponina normali avevano un decorso relativamente favorevole (mortalitร intra-ospedaliera 13,3%). In questo studio, inoltre, anche un elevato valore NT pro-BNP (un biomarcatore di scompenso cardiaco) era associato ad una mortalitร elevata. I livelli di NT pro-BNP erano associati anche ai livelli di proteina C reattiva(un indice di infiammazione), e questo suggerisce che lโentitร della reazione flogistica possa avere un ruolo nel danno miocardico e nella disfunzione ventricolare.
Entrambi gli studi hanno evidenziato comeย lโidentikit del paziente piรน a rischio di danno miocardico รจ quello di una persona anziana, ipertesa, diabetica e con storia di precedente malattia cardiaca, in particolare coronaropatia o scompenso cardiaco.
I meccanismi responsabili del danno e delle complicanze cardiache in pazienti con infezione da Covid-19 non sono stati al momento ben delucidati e sono oggetto di unโattiva ricerca. Essi, tuttavia, sono verosimilmente molteplici, come suggeriscono una serie di articoli pubblicati di recente, in particolare sulla rivista JAMA Cardiology.Per questo, mentre chiarire questi meccanismi sarebbe molto importante per individuare un potenziale trattamento farmacologico mirato, la prioritร – raccomandano gli esperti – rimane al momento la prevenzione del contagio.
Ecco come il coronavirus attacca e danneggia il cuore
โUn primo meccanismo con cui il Covid-19 puรฒ danneggiare il cuore โ commenta il professorย Gaetano Lanza, Professore associato di Cardiologia, Universitร Cattolica del Sacro Cuore e Responsabile UOSD Diagnostica Cardiologica non Invasiva, Fondazione Policlinico A. Gemelli – รจ diretto, ossia, oltre a causare la polmonite, la principale complicanza dellโinfezione,il virus potrebbe attaccare direttamente il cuore, causando unโinfezione del miocardioย (miocardite), con compromissione significativa della contrattilitร cardiaca,ย e/o del pericardioย (pericardite), il cui rischio puรฒ essere la formazione di un versamento che puรฒ compromettere anchโesso la funzione cardiacaโ.
La possibilitร di miocardite รจ stata evidenziata da unoย studioย pubblicato daย Riccardo Inciardiย e Coll. dellโUniversitร di Brescia, che ha descritto il caso di una paziente 53enne che ha sviluppato una graveย mio-pericardite, con marcata disfunzione ventricolare, confermata dalla risonanza magnetica (RMN), ad una settimana dallโinizio dei sintomi da COVID19 (tosse secca, febbre). Il meccanismo attraverso cui il virus attaccherebbe le cellule cardiache sarebbe rappresentato dal legame elettivo che Covid-19 ha perย il tipo 2 dellโenzima di conversione dellโangiotensina (ACE-2), che รจ ben rappresentato sulle cellule miocardiche, anche se non รจ chiaro con quale frequenza questo possa avvenire.
โLo stesso ACE-2 โ prosegue il professor Lanzaย – รจ presente anche sulle cellule endoteliali dei vasi, per cui teoricamente potrebbe verificarsi anche unaย vasculiteย (unโinfiammazione dei vasi) acuta dei vasi intra-miocardici, che finiscono col causare un danno ischemico.
Ancora, il danno miocardico potrebbe essere, piรน che un effetto diretto dellโinfezione, un effetto della grave infiammazione generale, che porta alla liberazione di abbondanti quantitร di sostanze infiammatorie (tempesta citochinica), che possono avereย effetto tossico sul muscolo cardiaco, compromettendone la funzione. Eโ anche possibile che, in qualche caso, lโiperattivazione adrenergica conseguente al distress respiratorio e, possibilmente, allo stress psichico legato alla condizione, causi una disfunzione ventricolare tipica della sindrome di tako-tsubo.
In molti casi, tuttavia, รจ probabile che il cuore dei pazienti vada incontro a unย danno e complicanze come effetto della sindrome infettiva, su un cuore giร affetto da malattie cardiache. Cosรฌ, in presenza di una malattia coronarica sottostante, le difficoltร di ossigenazione dellโorganismo in pazienti con distress respiratorio, unitamente allโaumento della frequenza e del lavoro cardiaco (che causano unโaumentata richiesta di ossigeno) possono facilitare unโischemia o un infarto che compromette la contrattilitร miocardica, ma anche la comparsa di aritmie anche gravi. Analogamente, la funzione cardiaca puรฒ essere seriamente compromessa, come conseguenza del grave stato infettivo, in pazienti con insufficienza cardiaca nota, miocardiopatie o malattie valvolari gravi.
Infine โ conclude il professor Lanza – la tempesta citochimica potrebbe innescare anche complicanze a livello di placche aterosclerotiche coronariche, portando a rottura della placca e trombosi coronarica ed esitando cosรฌ in un infarto miocardico acutoโ.
Foto Atlante di Anatomia Umana Netter
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