L’analisi di una ordinanza
di Cinzia Marchegiani
Regione Lazio – #Coronavirus: L’account Regione Lazio rende noto che è stata firmata ordinanza per rendere obbligatoria vaccinazione antinfluenzale e anti pneumococcica per gli over 65 e personale sanitario. Obbligo dal 15 settembre 2020 con l’inizio della campagna di vaccinazione.
Il Presidente della Regione Lazio: “Il vaccino antinfluenzale e pneumonococcico viene reso obbligatorio per due categorie, gli over 65 e gli operatori sanitari”, ovviamente non ha ritenuto indicare i politici che si riuniscono in assemblee dove c’è alto assembramento, e che il fermo delle attività alle varie commissioni è un danno alla collettività.
La cosa ancora più opinabile è la motivazione:
“Con questa ordinanza il Lazio raccoglie l’appello lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per ridurre i fattori confondenti per il COVID-19 in presenza di sintomi analoghi” – commenta Zingaretti.
Ma parliamo della stessa Organizazzione della sanità mondiale che ha puntualmnte cambiato le sue valutazione scientifiche in merito alla emergenza pandemica Covid-19? Valutazioni che hanno generato direttive errate e che purtroppo hanno imposto ai medici e all’assitenza dei numeri verdi dedicati diagnosi tardive dei sospetti covid-19?
Le “Diagnosi tardive” hanno lasciato in balia del fato i malati ad aggravare la loro condizione clinica per poi essere ricoverati in terapie intensive in condizioni gravissime. Tanto che ora l’OMS è sotto i riflettori per il sua scarsa competenza.
I commenti al lancio dell’ordinanza dell’obbligatorietà sono i più disparati, tanti positivi (c’è chi il vaccino lo fa ogni anno, chi con buoni risultati chi meno) e altrettanti critici per l’obbligatorietà, ma anche per altro.
Uno contatto chiede: “Ancora dovete pensare ai tamponi per il personale sanitario che già li obbligare ai vaccini antinfluenzali….io non ho parole….e chissà chi doveva controllare. Vi consiglio una lettura dell’articolo 32 della Costituzione.”
OBBLIGO MA ANCHE VINCOLO A CHI NON LO EFFETTUA. L’obbligo tra l’altro, ripetiamolo solo per gli over 65 anni e gli operatori sanitari è anche vincolante. Lo stesso afferma:
“L’obbligo sarà a decorrere dal 15 settembre 2020 in concomitanza con l’inizio della campagna di vaccinazione regionale. La mancata vaccinazione per il personale sanitario comporterà l’inidoneità temporanea allo svolgimento della mansione lavorativa ai sensi del Dg. 81. La mancata vaccinazione per le persone ultra 65 anni comporterà l’impossibilità di accedere a centri anziani o altri luoghi di aggregazione che non consentano di garantire il distanziamento sociale, inoltre vi è una forte raccomandazione per effettuare il vaccino antinfluenzale per tutti i bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 6 anni attraverso il pieno coinvolgimento dei pediatri di libera scelta.”
Una sanità quella laziale che nella cronaca dei giornali di Roma ha mostrato una fotografia molto diversa da quella che si legge dai siti istituzionali. Faccio riferimento ad uno dei tanti malati covid-19 che per colpa delle direttive OMS si è ritrovato a dover trasgredire le regole della quarantena, come viene raccontato sulla pagine del Messsaggero a firma di Laura Larcan, in data 17 marzo 2020 il dramma del giornalista Cristiano Brughitta:
“Si sente come Ulisse, tornato a casa dopo un’Odissea. Contagiato e guarito, ma con l’amarezza di aver scontato sulla propria pelle le falle di un sistema sanitario. ‘Ce l’ho fatta, la vita continua, me lo ripeto come un mantra, eppure non posso smettere di pensare che sono vivo perché sono stato costretto a trasgredire le regole”, racconta dalla sua casa al Ghetto, Cristiano Brughitta, 53 anni, giornalista. Per lui tutto è iniziato il 15 marzo scorso. Si ammala, febbre altissima a 39 e mezzo, problemi respiratori. Di lì a dieci giorni chiamerà il 118 per tre volte, ma non riceverà nessuna assistenza sanitaria. Motivo? Secondo il protocollo della centrale operativa d’emergenza non aveva il requisito del link epidemiologico. Alla domanda se avesse avuto «contatti diretti con casi positivi», lui non poteva rispondere: ‘Non lo sapevo.”
Legga Presidente come ha funzionato la sanità anche nel Lazio nell’emergenza covid-19, e come molte persone si sono salvate esclusivamente alla personale prontezza di cercare aiuto laddove gli veniva negato. Su queste dinamiche non dice nulla? Eppure lei ha usufruito immediatamente di un test seppur asintomatico. Lei, politico e Governatore della Regione Lazio ha mandato messaggi e esempi, diciamolo, sbagliati e fortemente improduttivi alla battaglia di questa emergenza. Era il 27 febbraio 2020 e dalla sua pagina pubblicando un video scriveva:
“Stasera sono qui a Milano perché mi sembra giusto raccogliere l’appello del sindaco Beppe Sala per sostenere questa città. Dobbiamo essere tutti uniti, bisogna sconfiggere il virus seguendo la scienza, isolare i focolai, ma non bisogna distruggere la vita o diffondere il panico. Ora la cosa più importante è riaccendere l’economia del Paese e ricreare fiducia, speranza. Spetta a tutte e a tutti ora collaborare, lontani dalle polemiche e vicini alle persone. L’Italia ce la farà, ci rimetteremo in moto“. E poi con una foto successiva brindava:
Questo invece è il seguito del racconto del giornalista che ha incontrato la paura di morire, si è sentito male il 15 marzo scorso, quando lei 9 giorni prima annunciava di aver fatto il test, era asintomatico ed era risultato positivo al Covid-19. Poi è stato controllato dai medici e successivamente trattato con terapia antivirale. E’ guarito e lo ha comunicato a tutti su Facebook.
Non voglio farla sentire in colpa. Però vede illustrissimo Presidente, l’OMS dovrebbe essere l’ente preposto a dare indicazioni più precise possibili per tutelare la salute di tutti i cittadini e non isolare nell’angoscia i malati confinati soli nelle proprie case, malati che dovrebbero essere presi in carico dalla sanità. Eppure è ciò che è accaduto. L’OMS che non è riuscita a dare la migliore preparazione scientifica proprio nel momento più importante del pianeta, una pandemia.
DOTTOR GIANNOTTA: “Le direttive emanate non ci consentivano di fare diagnosi precoce da infezione da COVID-19, considerato che le diagnosi tardive spesso portano alla terapia intensiva, dalla quale si può uscire morti, a dispetto di tutte le risorse profuse dal personale sanitario, stremato era necessario intuire (ce chi lo ha fatto in tempi davvero lungimiranti) contenere il dilagare dell’epidemia da COVID-19 cambiando radicalmente strategia.”
STORIE VERE, DI PAURA, SOFFERENZA. MALATI NON SOLO NON PRESI IN CARICO MA LASCIATI SOLI.
Di contro sarebbe auspicabile una riflessione seria e capire come le istituzioni si pongono davanti a queste direttive che hanno creato malagestione dei sospetti covid e non covid. Sono storie vere quelle denunciate, storie di sofferenza e di paura, vissute da persone reali che non trovano riscontro in nessun comunicato ufficiale delle istituzioni. D’altronde non si chiede all’oste se il vino è buono. E ora dopo tutto questo caos, i tanti errori dietro altri errori, in una regione come quella del Lazio dove la cittadinanza risponde in modo massiccio e partecipativa all’offerta vaccinale antinfluenzale, lei tira fuori l’obbligatorietà con penalità che porteranno problemi nel lavoro e nella circolazione al pubblico per gli over 65.
Noi aspettiamo anche le risposte per queste mancate prese di carico da parte della gestione sanitaria di tanti malati lasciati a casa senza risposte nell’emergenza covid-19. Quanti di loro hanno trasgredito le regole e sono andati in ospedale? Quanti invece non lo hanno fatto e con quali conseguenze?
MEDICI SENZA PRESIDI. QUI PRODEST? L’emergenza ha fotografato gravi lacune, lacune serie e la testimonianza la produce la denuncia dei medici. Sono mancati i dispostivi di protezione prima di tutto per proteggere coloro che dovevano curare, accogliere i malati. Agli stessi operatori sanitari ma anche ai vigili del fuoco, i volontari. Le epidemie sono eventi drammatici che non si risolvono con vaccini che non sempre sono efficaci per loro ammissione, ma con presidi più concreti che invero la stessa OMS ha tentennato a rendere indispensabili anche per l’intera popolazione. Maschere sì, maschere no! Tutto un quiz, quando la letteratura scientifica ha sempre esposto in favore del loro utilizzo in ambienti pubblici. Abbiamo assistito alle perle migliori anche dei social prof in tv, tutto il contrario di tutto!
Ecco, se può valuti questa denuncia partita dall’Ordine provinciale di Roma dei Medici Chirurghi e Odontoiatri e ne comprenda il suo valore nella battaglia contro il covid-19:
Domandare è lecito, rispondere è d’obbligo ora più che mai. Se la vita di ogni persona è identica ad un’altra si deve porre questo quesito, altrimenti possiamo affermare tranquillamente che la salute è solo una questione di una buona stella.
Ma qualcuno si prenderà la responsabilità di questa improvvida gestione?
Le sembra questa emergenza Covid-19 una situazione che poteva essere salvata dal vaccino antinfluenzale? O ci sono stati gravi errori nella gestione? Eppure sia la Regione Lombardia che la Regione Lazio hanno avuto i più alti tassi di profilassi antinfluenzale. Chiediamoci invece come potrebbe evolvere nel prossimo autunno le chiamate ai numeri verdi: “Ha fatto l’antinfluenzale? Allora rimanga a casa”. Speriamo che non sia questo il futuro che ci attende.
CONTRO UN SOSPETTO COVID-19 SI UTILIZZANO I VACCINI ANTINFUENZALI E ANTI PNEUMONOCOCCO COME CARTINA AL TORNASOLE?
Per diagnosticare un “covid-19 sospetto” la cartina al tornsasole deve essere la profilassi antinfluenzale che quasi ogni anno mostra o bassa efficacia o addirittura fallimento dovuto alla mutazione dei virus o vaccini progettati con virus non circolanti? L’obbligo non ha alcun senso di esistere. Obbligo tra l’altro che vieterebbe alle persone non vaccinate con l’antinfluenzale e anti pneumonococco di non circolare (anziani), mentre sospetti covid-19 poter farlo tranquillamente! Per non parlare degli operatori sanitari a cui verrà impedito di poter svolgere il proprio mestiere qualora decidano di non fare la profilassi. I decessi da covid-19 nel mondo medico è dovuto alla mancanza di dispositivi e di test o di un mancato vaccino antinfluenzale?
Il dottor Girolamo Giannotta che è stato il primo a capire gli errori delle direttive emanate dall’OMS ormai obsolete agli occhi di tutti aveva spiegato che:
Il test specifico per il COVID-19 dovrebbe diventare obbligatorio per tutti quei soggetti che hanno 4 giorni di febbre e sintomi respiratori quali:
- Tosse secca o produttiva.
- Naso chiuso o rinorrea.
- Congiuntivite senza secrezione purulenta.
- Astenia, dolori muscolari, cefalea e mal di gola e diarrea.
“Sostengo questo – spiegava Giannotta nel lontano 7 marzo – perché la polmonite e la linfopenia appaiono in ottava giornata di malattia ed 8 giorni di assenza di trattamento antivirale consentono ad un virus neurotropo di entrare nel cervello e distruggere i centri bulbari e pontini del respiro.
Con l’arrivo del prossimo autunno, e con la presenza ancora del covid-19 ad ogni sintomo influenzale comunque la comunità medica dovrà verificare la presenza del coronavirus nei pazienti. E comunque ci saranno anche coloro che sono diventati immuni con o senza malattia. Nessuna eventualità si potrà scartare a priori, neanche con una profilassi effettuata. Il rischio è troppo grande per l’evoluzione subdola della malattia.
Cui Prodest ora i vaccini obbligatori con i vincoli coercitivi? Meglio consigliare e continuare la campagna effettuata negli anni precedenti che ha portato ottimi frutti.
Questa notizia che riporto è un esempio dei tanti fallimenti vaccinali. Ma è uno dei tanti veramente che ogni anno i giornali devono riportare nelle notizie. In farmacovigilanza, questo caso andrebbe inserito nelle reazioni avverse, poichè un farmaco che non riesce a produrre il suo effetto, andrebbe ritirato. Ma i vaccini antinfluenzali non godono di questa restrizione, poichè ogni anno vengono progettati ex-novo e su indicazioni (dati dall’AIFA) di altri ipotetici virus circolanti nella stagione influenzale in arrivo. Si può obbligare un cittadino non sapendo che efficacia abbia la profilassi? E con risvolti pesanti sulla vita professionale e privata?
A CASA CHI NON OBBEDISCE ALL’ORDINANZA? OVER 65 E OPERATORI SANITARI, ANCHE SE I TRATTAMENTI RISULTEREBBERO INEFFICACI DOPO LA VERIFICA DEI VIRUS CIRCOLANTI A STAGIONE INFLUENZALE TERMINATA?
Quindi a casa chi non fa il vaccino, ma saranno liberi di circolare sospetti covid-19? Se il vaccino servirebbe a far diminuire la propagazione dei virus influenzali tra la popolazione, che effetto produce un vaccino inefficace? E nel caso di verifica per un sospetto Covid?
Si può anche supporre un’altra situazione da non sottovalutare: chi non volendo seguire questa ordinanza (e il mondo medico ha mostrato di essere riluttante, sicuramente perchè conosce il prodotto offerto) si possa sentire anche nella condizione di citare per danni la Regione Lazio qualora scoprisse che i vaccini resi obbligatori abbiano avuto poi una scarsa efficacia o additittura da ritirare dal commercio, come spesso accade. Obbligare con una profilassi con efficacia ignota non è davvero logico e coerente.
L’OMS chiede la vaccinazione antinfluenzale perchè i sintomi sono uguali al Covid-19. L’OMS sembrerebbe non aver colto la profonda differenza… ancora? L’infezione Covid-19 seppur simile nei sintomi influenzali è profondamente diversa. Ce lo hanno spiegato in tutte le salse i professionisti, i medici che hanno fatto esperienza sul campo, i report clinici (Vedasi link in fondo all’articolo). E il conto l’infezione all’improvviso te lo porta dopo i 5/6 giorni di sintomi simil influenzali, dove purtroppo si instaura una polmonite interstiziale severa, condizione che un malato deve evitare, perchè è molto difficile da curare, inoltre saturerebbe le terapie intensive come è accaduto negli ospedali e con l’aggravante che in queste severe condizioni la probabilità di poter vincere la battaglia non depone sempre a favore. I sintomatici simil influenzali dovrebebro comunque essere sottoposti a test di convalida, poichè i vaccini hanno efficacia sempre ignota. test che ci si augura ad ottobre dovrebbero essere messi a disposizione per tutti.
E la strategia del dottor Giannotta e quella di tantissimi altri medici rimane quella coerente, quella che salva vite umane e non porta alla saturazione dei posti in terapia intensiva.
LA STRATEGIA PER VINCERE QUESTA SFIDA E’ STATA TROVATA.
COVID-19 LA STRATEGIA VINCENTE GIA’ MESSA IN ATTO ANCHE DALLA REGIONE LAZIO. ESISTE! Eppure la strategia che si sta mettendo in atto anche nella Regione Lazio sono tamponi e esami sierologici, come avete annunciato, l’unico strumento che sta dando risposte posistive ed efficienti in altri paesei come la Germania, Giappone che non hanno registrato i decessi che qui in Italia sono stati dichiarati per o con covid-19. I malati vengono immediatamente presi in carico e trattati con i farmaci sperimentali (anche in modalità senza ricovero) che stanno danno un ottimo riscontro. Direi una vittoria che tutti quanti dovremmo commentare e sostenere con gioia ed esultanza. Questa bestia si sconfigge con la logica, gli strumenti adeguati e con la scienza vera! Questa bestia si sconfigge con le indicazioni che venivano da lontano, dalla Cina. I farmaci sperimentali che loro hanno usato sono quelli che ora gli ospedali italiani hanno inserito negli studi clinici. Molecole e protocolli adotatti non solo qui in Italia, ma in ogni nazione anche oltreoceano. Una notizia meravigliosa.
Nella prossima stagione invernale ci auguriamo di non assitere di nuovo a casi di diagnosi tardive covid-19, sarebbe un disastro,
Cui prodest questa obbligatorietà con le penalità, se la strategia è inequivocabile?
Approfondimento Articolo Messaggero, cliccare –> QUI
https://www.osservatoreitalia.eu/vaccino-antinfluenzale-inefficace-ecco-che-arriva-la-nuova-formula/?print=print
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