Roma, 25.06.2020 – Dodici associazioni e coordinamenti – realtà non profit impegnate in campo educativo – hanno presentato il documento “Da una scuola grande come il mondo a una grammatica per la riapertura” (il testo si può leggere a fine articolo 1*) che contiene una proposta non solo per riaprire scuola, ma per darle un futuro.
Anna D’Auria: “Da marzo è stato necessario chiudere le istituzioni educative del paese e di conseguenza sono state esplorate tutte le possibili forme di contatto fra docenti ed alunni. Ma di fatto molte ragazze/i sono stati esclusi, cosa che ha contribuito enormemente ad aumentare il divario fra le diverse realtà economiche sociali e culturali del Paese.
Nel quadro delle prospettive complessive di rientro e di ripristino di diritti, il documento interassociativo ‘Una scuola grande come il mondo‘ ha segnato un primo momento di confronto tra il mondo della scuola e dell’associazionismo.
Vogliamo ora condividere una “grammatica” per la riapertura delle scuole con il nuovo anno scolastico.
- Le soluzione devono stare dentro una cornice di senso pedagogico.
- Va esclusa ogni possibilità di modificare i modelli educativi che hanno assicurato identità, specificità e una propria cultura pedagogica alla Scuola (scuola in presenza, tempo pieno, gruppi classe…).
- La pandemia non deve costituire un alibi per indebolire i modelli educativi (DaD, scuola pubblica, privatizzazione…).
12 ASSOCIAZIONI UNITE: MCE Movimento di Cooperazione Educativa – Legambiente Scuola e Formazione – Coordinamento Genitori Democratici Onlus – cemea – Nidi e Infanzia Gruppo Nazionale – Rete di Cooperazione Educativa – Cenci Casa Laboratorio -Fondazione Montessori Italia – CSVLazio Centro di Servizio per il Volontariato – Focus Casa dei Diritti – Acque Correnti – Across
Lo scopo, spiegano le associazioni firmatarie, è infatti necessario, in questo momento più che mai, un approfondimento sul ruolo che la scuola ha e dovrebbe avere per il futuro nel nostro Paese, mettendo finalmente al centro i bambini e i loro diritti:
“L’educazione costituisce il risultato, ma anche la condizione della nostra democrazia. Si tratta oggi di disegnare insieme un nuovo modello di sviluppo democratico dell’educazione del Paese, dove la scuola pubblica è al centro della proposta educativa e formativa, ma lo fa aprendosi al dialogo con tutti gli altri soggetti che si occupano di educazione.
SI tratta anche di investire nella scuola risorse adeguate: le cifre che si ipotizzano in questi giorni non bastano e c’è il rischio che la collaborazione con il Terzo Settore e con altri soggetti serva solo per abbassare i costi della scuola, affidando alcuni servizi della scuola a soggetti esterni sottopagati. E bisogna attuare una “politica del rammendo” per recuperare tutti quei bambini e ragazzi che per tre mesi sono stati esclusi dall’apprendimento.”
I punti fermi delle 12 associazioni:
Secondo le suddette associazioni che hanno elaborato la proposta, ci sono alcuni punti fermi per la riapertura a settembre di tutto il sistema educativo e formativo:
• No alla didattica mista per la fascia zerosei e il primo ciclo di istruzione, ma, se necessario, in forme limitate alla secondaria.
• Incremento degli organici e copertura stabile dei posti vacanti
• Mantenimento e incremento del tempo pieno.
• Mantenimento delle sezioni di nido e scuole dell’infanzia indipendentemente dal numero di iscrizioni per l’a.s. 20/21 e rafforzamento del Sistema Integrato 0/6.
• Ricorso a tutte le opportunità consentite dall’autonomia dei servizi educativi e scolastici, affinché le disposizioni che verranno adottate per la riapertura in sicurezza siano inserite all’interno di una forte cornice di senso pedagogico.
Gli 8 criteri per una riapertura equa
1. Le storie non sono uguali – Non può esserci una soluzione uguale e valida per tutte le scuole. L’elemento cardine per l’organizzazione della riapertura è la progettazione in capo ad ogni singola scuola e agli organi collegiali.
2. Quanto più tempo a scuola – Vanno garantiti il massimo possibile di tempo educativo a tutti i ragazzi e le ragazze in presenza a scuola, la quale deve essere luogo di vita, di partecipazione, di dialogo attraverso la relazione con i pari e i soggetti dell’insegnamento/ apprendimento.
3. Una cornice comune di riferimento – La regolamentazione del rapporto tra enti locali e scuole, con la partecipazione dell’associazionismo e del Terzo settore, deve potersi avvalere di LINEE GUIDA del Ministero dell’Istruzione che definiscano una macro cornice dei possibili interventi congiunti.
4. Stare insieme in salute – Serve un protocollo di sicurezza sanitaria unico per le attività negli edifici scolastici e negli spazi pubblici e privati, ma flessibile e articolato per ordine di scuole.
5. Fuori dall’aula senza paura – Occorre definire in modo chiaro le responsabilità di tutti: dirigenti, docenti, personale educativo, personale ATA, famiglia e alunni, sviluppando una nuova logica basata sulla corresponsabilità di tutti i soggetti.
6. Attualizzazione di argomenti e temi finora oggetto di insegnamento. I contenuti affrontati non potranno rimanere gli stessi, e dovranno essere quanto più interconnessi con modalità di ricerca di gruppo e in riferimento alle linee pedagogiche relative al sistema integrato zerosei e alle Indicazioni nazionali.
7. Formazione e qualità dell’azione educativa – scuola all’aperto, in natura, per piccoli gruppi e percorsi laboratoriali nel territorio, richiedono un’innovazione didattica e metodologica strutturale. Non si tratta unicamente di trasferire le attività fuori dall’aula a piccoli gruppi, ma di cambiare la cornice pedagogica, per reimpostare un nuovo e permanente modo di fare scuola e di essere adulti che educano.
8. Spazi di partecipazione, democrazia a scuola e nel territorio. L’emergenza ci ha dimostrato quanto siano importanti la partecipazione e il coinvolgimento delle famiglie. Il Patto Educativo di Cor responsabilità dovrebbe essere il momento in cui chi è investito, a qualunque titolo, del compito educativo si riconosca nel conseguimento di un obiettivo. Insieme e oltre al Patto Educativo di Corresponsabilità, dovrebbero essere discussi, condivisi e stipulati Patti di Alleanza Educativa, che coinvolgano nella prospettiva di una società educante tutti i soggetti inseriti nel processo educativo, già a partire dalla scuola secondaria di primo grado, anche ragazzi e ragazze.
Le associazioni firmatarie del documento si rendono disponibili con le loro strutture territoriali ad offrire supporto alle scuole/ai servizi educativi nella fase della riorganizzazione delle attività.
1* UNA_GRAMMATICA_PER_LA_RIAPERTURA
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