Alle 20:20 di domenica sera (26 aprile NdR) Giuseppe Conte si è presentato in diretta per parlare agli italiani delle nuove disposizione in vista della fase 2:
“Dal 4 maggio potranno ripartire in tutto il Paese le imprese e i distretti del settore manifatturiero, le aziende del comparto costruzioni e i negozi all’ingrosso loro fornitori. Lo potranno fare solo se in condizioni di rispettare i protocolli sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Sul commercio a dettaglio il governo ragionerà nei prossimi giorni anche se, afferma Conte “è in programma l’apertura a partire dal 18 maggio“. Il presidente del Consiglio ha parlato anche di ripartenza di “musei, mostre, biblioteche e gli allenamenti a squadre” sempre il 18 maggio. Il 1° giugno è la data in cui il governo vorrebbe riaprire bar, ristorazione, parrucchieri, barbieri e centri estetici e di cura della persona. Dal 1° giugno si vuole avviare anche l’apertura graduale degli stabilimenti balneari.”
Risposta immediata di FIPE- Federazione Italiana Servizi Pubblici: “Governo: la misura è colma, subito le risorse o troverà solo macerie”:
“I nostri dipendenti stanno ancora aspettando la cassa integrazione, il decreto liquidità stenta a decollare, oggi apprendiamo che potremo riaprire dal primo di giugno. Significano altri 9 miliardi di danni che portano le perdite stimate 34 miliardi in totale dall’inizio della crisi.
Forse non è chiaro che si sta condannando il settore della ristorazione e dell’intrattenimento alla chiusura. Moriranno oltre 50.000 imprese e 350.000 persone perderanno il loro posto di lavoro.
Bar, ristoranti, pizzerie, catering, intrattenimento, per il quale non esiste neanche una data ipotizzata, stabilimenti balneari sono allo stremo e non saranno in grado di non lavorare per più di un mese. Accontentati tutti coloro, che sostenevano di non riaprire, senza per altro avere alcuna certezza di sostegni economici dal Governo.
Servono risorse e servono subito a fondo perduto, senza ulteriori lungaggini o tentennamenti, sappiamo solo quanto dovremo stare ancora chiusi, nulla si sa quando le misure di sostegno verranno messe in atto. Tutto questo a dispetto sia del buon senso che della classificazione di rischio appena effettuata dall’Inail che indica i Pubblici Esercizi come attività a basso rischio. Questo nonostante la categoria abbia messo a punto protocolli specifici per riaprire in sicurezza”
FIPE- Federazione Italiana Servizi Pubblici conclude: “La misura è colma”.
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