di Cinzia Marchegiani
Lei è rimasta una donna unica non solo nel panorama dell’atletica italiana, ma nel cuore di tutti noi.
Oggi il Coni ha voluto omaggiare Sara Simeoni postando il salto con cui la stessa elevò il record mondiale a 2,01 metri il 4 agosto del 1978.
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Un balzo da 2,01 metri per entrare nella Storia! Dopo 39 anni il record del mondo di Sara Simeoni mette ancora i brividi!
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Un balzo da 2,01 metri per entrare nella Storia! Dopo 39 anni il record del mondo di Sara Simeoni mette ancora i brividi! @atleticaitalia pic.twitter.com/rPJTiNaFdI
— CONI (@Coninews) 4 agosto 2017
Sara Simeoni diventò due volte primatista del mondo con 2.01 nel 1978. Campionessa olimpica (1980) ed europea (1978) di salto in alto.
AL PRIMO TENTATIVO LA SIMEONI SUPERO’ IL TETTO DEL MONDO
Il 4 agosto 1978 a Brescia conquistò il record del mondo con 2.01 metri, seconda donna al mondo a salire oltre i 2 metri durante una riunione di atletica tra le nazionali di Italia e Polonia. Al primo tentativo superò quello che allora era il tetto del mondo: m. 2,01. Poi la medaglia d’oro di Mosca e quelle d’argento di Montreal e Los Angeles.
LA STORIA DEL VIDEO RITROVATO TRENT’ANNI DOPO
La Rai quel giorno non seguiva l’evento, quindi si pensò a lungo che di tale performance non vi fossero resoconti visivi a parte le fotografie; trent’anni più tardi, altresì, furono ritrovati filmati a colori della riunione nell’archivio di una televisione locale.
“Di quel famoso 2.01 – così ricordava la gazzetta.it – realizzato a Brescia durante il meeting tra le nazionali femminili di Italia e Polonia, c’erano solo fotografie in bianco e nero, perchè quel giorno al campo Morosini la Rai non aveva realizzato riprese. C’era però – come ricorda oggi il ‘Giornale di Brescia’ – un’emittente locale con un commentatore d’eccezione, il professor Sandro Calvesi, uno dei più grandi tecnici italiani degli ostacoli. Oggi quel filmato è visibile sul web, proprio con il commento di Calvesi: si vede la concentrazione della Simeoni, la corsa e il salto mondiale, poi le lacrime dell’atleta, l’abbraccio con le compagne, le avversarie e il futuro marito Erminio Azzaro”.
Più tardi, nello stesso anno, ha ripetuto il suo 2.01 battendo agli Europei di Praga la tedesca dell’Est Rosemarie Ackermann, l’atleta che nel 1977 aveva superato per prima i 2 metri. Nella sua carriera ha partecipato a quattro edizioni dei Giochi olimpici: sesta nel 1972 a Monaco, seconda (dietro la Ackermann) nel 1976 a Montreal, finalmente oro nel 1980 a Mosca e di nuovo argento nel 1984 a Los Angeles (dietro la tedesca dell’Ovest Ulrike Meyfarth).
Atleta longilinea, il suo sogno nel cassetto da bambina era quello di danzare, per lei si chiuse una porta ma la gloria attendendeva la sue performance da record mondiali.
Ammirata soprattutto per la sua capacità di rendere al meglio nelle gare importanti. Nelle grandi manifestazioni che l’hanno condotta fino all’oro olimpico, ha quasi sempre migliorato il primato personale: Europei 1971 (passata da 1.76 a 1.78), Olimpiadi 1972 (da 1.80 a 1.85), Europei 1974 (da 1.86 a 1.89), Olimpiadi 1976 (da 1.90 a 1.91), Europei 1978 (uguaglia il personale di 2.01).
Ha impressionato ai Giochi olimpici del 1984 a Los Angeles: sebbene afflitta da infortuni, ha saputo elevarsi di nuovo a 2.00, altezza che non superava più da sei anni. Il bilancio delle sfide dirette con le sue grandi rivali è positivo nei confronti della Meyfarth, e sfavorevole contro la Ackermann.
Oggi…in questa data storica il Coni ha voluto omaggiare questa formidabile atleta che ha reso orgogliosi gli italiani nel mondo, con la sua eterea delicatezza e femminilità con cui è riuscita a superare con un’eleganza straordinaria le barriere dei limiti imposti dalla fisica e dalla gravità.