Relazione shock
di Mario Galli
Referendum Costituzionale “sì” oppure “no”? Un documento della Commissione Europa ci svela il senso delle modifiche Costituzionali in Italia volute dal governo Renzi (governo servile?).
Nel 2015 è stato pubblicato il documento che va sotto il nome di “Report dei cinque Presidenti“.
Di cosa si tratta?
Si tratta di una relazione, un documento ufficiale della Commissione Europea, scritto da Junker, Tusk, Dijsselbloem, Draghi e Schulz. Nel documento viene riassunto il lavoro della Commissione Europea sul completamento dell’Unione economica e monetaria, che ha definito quattro aree in cui è necessario operare.
Il documento, in italiano, è scaricabile qui, ma se non volete leggerlo tutto vi elencherò i punti principali di cui è composto:
1 – Un’unione economica vera e propria, che assicuri ad ogni economia le caratteristiche strutturali per prosperare all’interno dell’unione monetaria. La Commissione propone un sistema di schede di competitività nazionali per fornire competenze indipendenti sulla valutazione delle prestazioni e delle riforme.
2 – Completamento della Union Banking, incluso un regime comune europeo di assicurazione dei depositi. Secondo gli autori esso è la chiave per garantire l’integrità dell’euro, limitando i rischi per la stabilità finanziaria e l’aumento di ripartizione dei rischi con il settore privato. Accanto alla Union Banking, il lancio del Capital Markets dell’Unione è la chiave per la mobilitazione di capitale in Europa e per rafforzare il legame tra risparmio e crescita.
3 – Un’unione fiscale in grado di offrire sia la sostenibilità di bilancio e la stabilizzazione fiscale. La Commissione propone un comitato indipendente fiscale europeo (EFB) che agisca come organo consultivo per il sistema di monitoraggio economico multilaterale dell’area dell’euro.
4 – Fornire le basi per l’unione economica, finanziaria e fiscale attraverso una genuina responsabilità democratica, una legittimazione ed un rafforzamento istituzionale. Questo prevede di coinvolgere più strettamente i parlamenti europei e nazionali e le parti sociali, in programmi nazionali di riforma, proponendo una rappresentazione più unitaria per la zona euro nelle istituzioni finanziarie internazionali in particolare il FMI.
5 – I cambiamenti nel mondo del lavoro e le dinamiche demografiche stanno trasformando le condizioni di lavoro. È chiaro che il futuro successo della zona euro dipende in modo significativo dall’efficacia dei mercati nazionali del lavoro e dei sistemi assistenziali e sulla capacità dell’economia di assorbire e regolare gli shock. In questo contesto, la Commissione ha presentato quello che dovrebbe diventare un pilastro europeo dei diritti sociali. Il pilastro dovrebbe basarsi su un sistema di orientamento delle politiche nazionali in una serie di settori fondamentali per il sistema del welfare e del mercato del lavoro all’interno degli Stati membri partecipanti.
Non si parla mai di cittadini. Non si parla mai di sovranità popolare. Si parla di mercati, di capitale, di investimenti, di economia. Sembra quasi che l’uomo (con tutta la sua portata di ingegno, di passione, di lavoro, di capacità ) sia al servizio dell’economia e non viceversa. Il documento elenca, seppur in maniera molto generale, ma neanche troppo astratta, quelle che dovranno essere da qui a 10 anni le politiche dell’unione europea e ciò che ci si aspetta dagli Stati Membri. Ma ci è stato mai chiesto? Allora ecco che prende corpo e si spiega la riforma costituzionale voluta dal Governo Renzi.
Esautorare il Parlamento di ogni investitura democratica (leggasi il punto 4, la legittimazione ed il rafforzamento dovranno essere appannaggio della Commissione Europea); abolizione del CNEL, ente che dovrebbe raccogliere i migliori cervelli in tema di economia e finanza italiani, ma che deve essere soppiantato dal punto 3: il comitato indipendente fiscale europeo, organo consultivo (come il CNEL) per il sistema di monitoraggio economico (come il CNEL); da chi sarà composto questo comitato no è dato saperlo, ma è ovvio che gli stati più ricchi e potenti saranno maggiormente in grado di indirizzare le decisioni dello stesso comitato, che direttamente interesseranno anche il punto 5.
Le decisioni della Commissione Europea da chi saranno ratificate in Italia? Dal Senato. Il Senato sarà composto da alcuni consiglieri regionali delle Regioni italiane. I consiglieri regionali verranno eletti nelle rispettive elezioni regionali e con i programmi elettorali legati a quelle regioni e non relativamente alle politiche nazionali ed europee che il Senato si troverà a votare. Ci troveremo senatori che voteranno su provvedimenti per i quali il popolo italiano non li ha deputati con una tornata elettorale.
COSA ANCOR PIÙ GRAVE
Nel testo del rapporto si legge: “La Commissione europea dovrebbe inoltre definire delle modalità standardizzate per rendere più efficiente l’interazione con i parlamenti nazionali. Quest’interazione dovrebbe riguardare i dibattiti parlamentari nazionali sia sulle raccomandazioni specifiche per paese rivolte allo Stato membro sia nel quadro della procedura annuale di bilancio. Si darebbe così più vigore al diritto di convocare un Commissario affermato nel ‘two-pack’. Di norma i parlamenti nazionali dovrebbero essere associati strettamente all’adozione dei programmi nazionali di riforma e dei programmi di stabilità “.
In poche parole la Commissione Europea vuole intervenire direttamente nel dibattito parlamentare nazionale. Una ingerenza ed una cessione di sovranità come mai si erano viste in passato. In grassetto ho evidenziato l’aspetto peggiore, ovvero che il parlamenti nazionali dovrebbero dunque esistere solo per adottare le riforme ed i programmi economici voluti dalle lobby europee.
La Commissione Europea diventerà padrona di ogni sussulto. Di ogni legge. Di ognuno di noi!