Cittaducale (Rieti) – E’ l’ennesima capitozzatura di alberi monumentali ad aver destato la ferma reazione da parte dei Gruppi di Ricerca Ecologica (associazione riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente) e di European Consumers (associazione a difesa dei consumatori riconosciuta nel CRUC): la capitozzatura consiste nel taglio dei rami sopra il punto di intersezione con il tronco o un altro ramo principale, in modo che rimanga solo quest’ultimo o parte della chioma, dopo una rimozione molto drastica, anche del 50/100%.
E’ una cattiva-pratica vietata in altri Paesi europei e punita con severe multe, ma che in Italia è purtroppo ancora molto diffusa e ignorantemente utilizzata da parecchi potatori: va infatti sempre evitata perché spesso ha come conseguenza lo sviluppo di carie del legno prodotte da agenti fungini, fino alla morte del ramo o della branca. Inoltre stimola la produzione di vegetazione epicormica in prossimità della superficie del taglio che per molti anni rimane male inserita (assenza del collare del fusto) o inserita su un punto di potenziale debolezza per lo sviluppo di carie interne. Inoltre con la capitozzatura vengono eliminate anche le gemme dormienti contenute all’interno del legno le quali originano rami sani, ben formati e ben ancorati.
Marco Tiberti, Responsabile Agromafie G.R.E. Lazio e Responsabile Dipartimenti Acque e Alimentazione in European Consumers: “Se la superficie fogliare viene drasticamente ridotta, l’albero capitozzato tenterà di emettere vigorosi succhioni a partire da gemme latenti, per sopperire senza riuscirci al deficit alimentare che si è venuto a creare, provocando l’insorgere dei processi di deperimento. Soprattutto nelle piante ad alto fusto, questo richiede un enorme sforzo produttivo: oltre ad alterare pesantemente la forma naturale dell’albero e la sua estetica, può creare futuri problemi alla stabilità della pianta con eventuali rischi di rotture, e indurre un aumento dei costi a medio e lungo termine delle opere di arboricoltura. Sugli alberi monumentali questa pessima abitudine configura anche una violazione della Legge 10/2013 che tutela i patriarchi verdi, patrimonio paesaggistico ed ambientale di grande pregio nel nostro Paese”.
“I disastri in tal senso non sono infrequenti  – continua Marco Tiberti – l’ultimo che abbiamo rilevato direttamente è stato compiuto a Cittaducale, in via Duca Roberto 2, dove 4 alberi secolari di leccio (quercus ilex) sono stati selvaggiamente capitozzati nell’ambito di un intervento operato da privati: tre di questi alberi ora presentano gemme avventizie di sofferenza e di uno è stata addirittura compromessa la vitalità . Oltre al danno ambientale, si aggiunge quindi anche l’elevato rischio per chi vi transitasse sotto. E pensare che per la sua longevità secolare, il leccio è considerato l’albero della vita: una volta quando nascevano un bambino veniva piantato un leccio, che può arrivare a sfiorare finanche il millennio, rappresentando l’eterna sacralità della vita. Stante l’indifferenza dell’amministrazione comunale civitese, abbiamo segnalato lo scempio all’ex Corpo Forestale dello Stato e richiesto un urgente sopralluogo ispettivo».