Storia di una bimba straordinaria
di Cinzia Marchegiani
Catania (Sicilia) – Palloncini per ricordare che Smeraldina c’è e il desiderio di papà Giuseppe e mamma Valeria ha preso forma. E’ stato intitolato a loro figlia il “Parco giochi Smeralda Camiolo” la bambinopoli del giardino Bellini di Catania. Ieri, 27 novembre 2016 il sindaco di Catania, Enzo Bianco con una cerimoia bellissima ha scelto di dedicare questo spazio per i bambini a Smeraldina, la bambina catanese che il primo marzo 2011 subiva un’asfissia ipossico-ischemica causatale al momento del parto, procurandogli infine il coma.
Smeraldina ha vissuto una vita difficile, al momento della sua nascita, all’Ospedale Garibaldi di Catania, durante il parto subiva dei gravi danni cerebrali sulle quali ancora pende una battaglia legale. Smeraldina giorno dopo giorno però, come un inno alla vita donatagli, vi si era aggrappata, consapevole dell’amore assoluto che la circondava, quello dei suoi genitori, e dei suoi fratellini che non facevano mai mancare la loro presenza e il loro immenso calore.
Dopo quattro anni di immense lotte per continuare terapie con le staminali risultate straordinariamente a lei favorevoli è volata in cielo lasciando nel grande dolore i suoi genitori, la sua sorellina gemella Alice e il suo fratellino Nicolò. Uno scippo la sua vita, nella pancia della mamma era una bambina sanissima, ma anche dopo, una forma strana di violenza inconcepibile, a tratti incomprensibile non poter dare alla bimba la possibilità di avere una chance con le staminali, nonostante la storia dimostrerà che nessuno avesse avuto la volontà di indagare la verità che era custodita in lei e nei documenti medici.
Il certificato medico rilasciato il 31 ottobre 2013, il neuropsichiatra infantile, la dr.ssa Aliberti e il neurologo, la do.ssa Pecoraro riportavano i tuoi successi e miglioramenti sullo studio dei tracciati EEGrafici: “I tracciati mostrano una evoluzione migliorativa e che tali miglioramenti si registravano in ASSENZA di una modifica della terapia farmacologica (Fenobarbitale, Baclofene, Furosemide) che è rimasta invariata nel tempo, tranne per gli aggiustamenti in relazione al peso corporeo della piccola. UNICO elemento in più, può essere attribuito alle infusioni delle cellule staminali con il metodo stamina”. Anche questo Smeraldina un mistero per noi, ma non per te ne siamo certi, come sia stato possibile che le istituzioni non abbiano mai voluto approfondire quest’ossimoro, forse troppo grande questa storia da permettere che la giustizia potesse trionfare.
Smeraldina come un ciclone però è entrata nella vita di molte famiglie, che si sono strette al fianco di questa guerriera, che aveva dimostrato che la vita, seppur flebile e difficile, è un valore unico e irripetibile. La sua presenza su questa terra è ora memoria storica di atto di coraggio e fierezza di chi, nasce guerriera e lascia una traccia preziosa nelle vite che lei con delicatezza ha sfiorato.
Papà Giuseppe racconta del Parco Giochi intitolato a sua figlia Smeraldina:
“È un progetto che inseguiamo da quando Smeri e’ volata via. L’idea che ci potesse essere un posto dove i bimbi giocano dedicato a lei oltre che farci felici ci dava la sensazione di renderla eterna. Grazie a due cari amici, Lorenzo Auteri e Giuseppe Berretta, siamo entrati in contatto con l’amministrazione nella persona del Sindaco di Catania, Enzo Bianco che ci ha ricevuti e con grandissimo senso di umanità e di affetto ha avuto e vissuto anche lui in famiglia una situazione molto difficile, ci ha ascoltati ed è stato subito entusiasta dell’idea. Non ambivamo ad un luogo in particolare, poteva essere in una qualsiasi zona della città e invece hanno scelto il salotto storico di Catania, la Villa Bellini che per i catanesi ha un valore molto particolare. Un sogno che si realizza…ed il messaggio che vorremo arrivasse a tutti e’ quello che nonostante accadano dei drammi è nostro compito provare sempre a trasformarli in meravigliose avventure e che si deve sempre credere nei sogni ed impedire che ci vengano tolti anche quelli…perchè alla fine, se è l’amore a guidarci, i sogni si possono realizzare. Smeralda e’ una vittima, una bimba che doveva vivere accanto alla sorellina ed al fratellino, ma se l’operato di due presunte ginecologhe le ha impedito di viversela di contro dobbiamo sostenere quelle migliaia di medici e infermieri che ogni giorno con passione e dedizione provano a fare il loro lavoro nonostante spesso, chi comanda, pone numeri prima della persona. Noi ci crediamo così come crediamo che Smeralda continua ad essere presente per l’eternità”.
Dai giornali locali apprendiamo le parole del Sindaco Enzo Bianco alla cerimonia, vissuta con trasporto da tutti i partecipanti: “Questo Parco giochi protetto da un albero secolare, simbolo di vita, viene intitolato a Smeraldina Camiolo, scomparsa ad appena quattro anni. Una bambina che ha ingiustamente sofferto e che ha lottato strenuamente per la propria esistenza“.
Papà Giuseppe, un amico che ho imparato a conoscere in questa grande battaglia di giustizia scrive su facebook, affinché chiunque voglia ricordare Smeraldina, ricordi anche contro chi la piccola bambina abbia dovuto lottare: “Di solito la maggior parte di queste storie vengono seppellite dall’indifferenza, dall’ arroganza di qualcuno che crede di avere oltre che la dote dell’infallibilità anche quella dell’impunità, poi ogni tanto incrociate famiglie che pur nel dolore e nella sofferenza non vi temono e non si piegano…ecco, Smeraldina ci ha insegnato anche questo e noi non la deluderemo MAI in questo aspetto. La sua storia non è solo sua ma rappresenta i tanti bimbi volati via prematuramente per colpe altrui e un monito a che certi fatti non accadano più spazzando via la mediocrità dagli ospedali e dando spazio alle migliaia di medici e infermieri che ogni giorno con passione e dedizione svolgono la loro preziosa e delicatissima professione. Grazie ancora a voi tutti. Smeri c’è“.
Volendo lasciare traccia di te Smeraldina, di quanto questi genitori hanno lottato senza mai vacillare, rimane in ognuno di noi la tenerezza di una bambina speciale, che seppur donataci per poco ha unito molte persone sotto un’unica stella, quella dell’amore e della giustizia, ma che lascia soprattutto nei suoi fratelli un vuoto incolmabile.
Gilbert Keith Chesterton, scrittore e giornalista britannico con semplicità ricordava il ruolo dei grandi nei confronti dei più piccoli: “Le favole non dicono ai bambini che i draghi esistono. Perché i bambini lo sanno già. Le favole dicono ai bambini che i draghi possono essere sconfitti“.
A mamma Valeria e papà Giuseppe, grazie.