di Cinzia Marchegiani
Sul caso Marco Lillo e Federica Sciarelli interviene il Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio con una nota.
IL FATTO. Il Fatto Quotidiano informa che “L’autore degli articoli sul caso Consip ha dovuto fornire file e messaggi contenuti nei suoi cellulari, computer, tablet e pen drive. L’inchiesta per la presunta violazione del segreto d’ufficio è nata sulla base di una denuncia-querela degli avvocati di Alfredo Romeo, l’immobiliarista napoletano al centro del caso Consip. Il giornalista del Fatto non è indagato. Il legale di Romeo: ‘Non abbiamo denunciato Lillo, abbiamo chiesto di capire se all’origine delle notizie vi fosse un reato’. Perquisito anche l’art director del Fatto, Fabio Corsi (che ha firmato la copertina del libro) e nelle abitazioni del cronista”.
“Marco Lillo”, come spiega la copertina del suo libro ‘Di padre in figlio’ ” è il primo a svelare l’inchiesta Consip. Pubblica le nuove notizie sull’indagine. Sullo sfondo, un appalto da 2,7 miliardi destinati ai servizi per la pubblica amministrazione”.
ODG DEL LAZIO SUL CASO LILLO/SCIARELLI: “La scorsa settimana il sequestro del telefono cellulare alla collega Federica Sciarelli disposto dalla Procura di Roma, oggi la perquisizione a casa del giornalista d’inchiesta Marco Lillo su richiesta della Procura di Napoli, perquisizione seguita da un blitz della Guardia di Finanza nella sede de ‘Il Fatto Quotidiano’, dove ai colleghi sono stati sequestrati alcuni strumenti di lavoro“.
“Sono episodi che rischiano di apparire come intimidazioni nei confronti dei cronisti e che costituiscono un vulnus al principio delle riservatezza delle fonti, cardine del lavoro del giornalista che ha il dovere di cercare e dare notizie in nome del diritto dei cittadini di essere informati“, lo sottolinea in una nota il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti del Lazio commentando gli sviluppi della vicenda Consip.