Per l’organizzazione di consumatori è illegittimo il decreto che mette il canone in bolletta. L’azione segue il lancio della petizione per l’abolizione del canone e per la riforma strutturale e sostenibile della RAI.
Altroconsumo, la più importante organizzazione di consumatori in Italia, ritiene illegittimo il decreto attuativo del ministero dello Sviluppo economico sul canone RAI e nella data del 7 giugno 2016 ha deciso di impugnarlo di fronte al TAR.
Altroncosumo denuncia:
- Con quasi 4 mesi di ritardo rispetto alla data prevista (15 febbraio) è entrato in vigore il decreto attuativo MISE sul canone RAI previsto dalla legge di stabilità 2016
- Il decreto, che doveva essere emanato entro 45 giorni dalla pubblicazione della legge di stabilità era poi stato bocciato preventivamente a metà aprile dal Consiglio di Stato, poiché non tutte le norme risultavano formulate in maniera adeguatamente chiara e mancavano garanzie circa il rispetto della normativa sulla privacy nello scambio di dati relativi ai contribuenti.
Alroconsumo spiega: “Proprio a causa del ritardo con cui è stato emanato, il decreto è superato, contiene disposizioni già note, come il primo addebito del canone RAI nella bolletta dell’energia elettrica di luglio o quella relativa all’autocertificazione da presentare per chi non possiede il televisore, il cui termine ultimo è già scaduto lo scorso 16 maggio. Un decreto che presenta numerose incongruenze, quindi, uscito dopo mesi di ritardi, a ridosso della bolletta di luglio, con ulteriori rinvii a nuovi provvedimenti su aspetti essenziali per i consumatori, quale quello dei rimborsi per gli addebiti inesatti. In mancanza di indicazioni chiare a cui i consumatori possano fare riferimento, ci sono tutte le premesse perché si verifichino errori negli addebiti”.
Decisa e determinata l’azione di Altroconsumo che quindi ha annunciato di impugnare il decreto attuativo MISE sul canone RAI davanti al TAR.
L’azione fa seguito alla petizione lanciata lo scorso febbraio da Altroconsumo per l’abolizione del canone Rai e per una riforma strutturale e sostenibile della RAI, che preveda il mantenimento di un solo canale di servizio pubblico e la privatizzazione degli altri canali RAI. Petizione che ha raggiunto oggi le 115.700 firme.