Temperature record, caldo asfissiante e stagioni ormai imprevedibili: un rapporto stilato da scienziati di 13 agenzie governative statunitensi denuncia i gravi effetti dei cambiamenti climatici, sottolineando che l’attività umana è una delle principali cause di questo sconvolgimento. A rivelarlo è il New York Times: il rapporto è ancora in attesa dell’approvazione dell’amministrazione di Donald Trump ma alcuni scienziati dicono di temere che il testo venga soppresso. Infatti, alcuni studiosi coinvolti nello studio hanno espresso in forma anonima al New York Times il timore che la Casa Bianca possa alterare o sopprimere lo studio.
Il rapporto cita le ondate di calore del 2013 in Europa e in Australia come prove dell’effetto dell’attività umana sulle temperature estreme. Secondo i dati raccolti, tutto il territorio degli Stati Uniti è stato toccato dai cambiamenti climatici e le temperature medie cresceranno fra i 2,8 e i 4,8 gradi entro la fine del secolo a seconda del livello delle future emissioni inquinanti. Particolarmente allarmante è il riscaldamento climatico in Alaska e nell’Artico, che procede due volte più in fretta rispetto alla media globale, con conseguenze sul livello di innalzamento dei mari che pongono a rischio le comunità costiere.
Il rapporto fa parte del “National Climate Assessment”, un documento che va preparato ogni quattro anni, secondo quanto stabilito dal Congresso americano. L’Accademia Nazionale americana delle Scienze ha già firmato la bozza del rapporto e attende il via libera della Casa Bianca per pubblicarlo.