di Mario Amitrano
Un mito, Beppe Savoldi. Oggi compie 70 anni. Un traguardo importante. Auguri, quindi, a uno dei calciatori più amati nella storia del calcio partenopeo, tra i più forti centravanti italiani di tutti i tempi, autore di gol a grappoli e famosissimo per i suoi colpi di testa che lo proiettavano in cielo e per il modo tutto suo di tirare i calci di rigore.
Quando arrivò a Napoli, nell’estate del 1975, il suo acquisto fece scalpore: venne soprannominato “Mister due miliardi” per il costo totale del suo cartellino, tra soldi in contanti (un miliardo e quattrocento milioni) e la cessione di Clerici e Rampanti al Bologna. Napoli città in quel periodo non se la passava bene, eppure ben 75.000 persone corsero a comprare l’abbonamento: lo scudetto tanto atteso e desiderato non venne, ma i quattro anni vissuti a Napoli bastarono a fare di Beppe Savoldi (Giuseppe, all’anagrafe, da Gorlago, in provincia di Bergamo) un idolo senza tempo.
Cinquantacinque i gol segnati in campionato in quelle stagioni napoletane: ancora oggi quei gol gli valgono il decimo posto nella classifica dei migliori marcatori del Napoli in serie A. E poi altri 22 gol tra Coppa Italia (19) e Coppe Europee (3). Era un’epoca, quella, in cui i calciatori erano molto più vicini alla gente comune, non come gli inavvicinabili e strapagati idoli di oggi, e così capitava molto più facilmente di poterli incontrare e scambiarci quattro chiacchiere oltre che scattarsi una foto con loro, quando il selfie neppure si sapeva cosa fosse. Savoldi divenne per tutti “Beppe-Goal”, si prese lo sfizio di segnare quattro gol tutti assieme alla Juventus (oltre che al Foggia), e riuscì a vendere oltre settantamila copie di un 45 giri (“La favola dei calciatori”) che lo vide cantare una storia magica che faceva così: “Albertosi era amico di Zoff, Antognoni Rivera incontrò, e tutti insieme poi si misero a giocare con una palla di giornale. E poi Bettega Riva portò, Boninsegna con Rossi arrivò, e in quel cortile senza prato noi facemmo un campionato, e chi vinse ebbe una coppa di gelato”.
Savoldi, pur meritandola ampiamente, non ebbe fortuna nella Nazionale maggiore, chiuso com’era dai vari Bettega, Graziani ed altri: solo 4 le presenze, infatti, con un gol. Savoldi, che segnò gol a raffica anche con le maglie del Bologna e dell’Atalanta, è rimasto legatissimo a Napoli. Opinionista di grande competenza (e ci mancherebbe…), è ospite fisso di “Tifo Azzurro”, una trasmissione ideata da Max Boscia, che va in onda su Televomero ed altre emittenti partenopee, condotta da Romina Parisi e Bruno Gaipa, e che vede la partecipazione di numerosi calciatori che hanno fatto, come Savoldi, in epoche diverse, la storia del calcio a Napoli, come Giovanni Francini, Antonio Carannante, Gennaro Iezzo, oltre che di giornalisti come Rino Cesarano, Raffaella Iuliano ed altri. Anche Gianluca, il figlio di Savoldi, nato a Bologna proprio nel primo anno di papà Beppe a Napoli, vestì la maglia azzurra, nel campionato 2003/2004, in serie B, per la gioia di nostalgici e romantici di un calcio d’altri tempi.
Auguri, Beppe-Gol.
(Foto da Facebook)