di Christian Montagna
«Arbeit macht frei», “Il lavoro rende libero”: il più grande inganno della storia. Così milioni e milioni di persone perdevano la vita; così venivano ingannati e trasportati in quelli che pensavano essere campi di lavoro. In realtà, erano campi di morte, forni, camere a gas, cavi ad alta tensione elettrica, Bune, orrori indescrivibili. Era il più grande crimine della storia.
Settantadue lunghi anni trascorsi nel ricordo, nella memoria di milioni e milioni di Ebrei, zingari e omosessuali sterminati dalle SS Naziste. L’orrore dei campi di concentramento ancora riecheggia tra le ampie distese di quella terra ormai poco fertile ad Auschwitz e a Birkenau. Racconti increduli, realtà e azioni contro ogni logica umana: è l’orrore del Nazismo.
Auschwitz, nel sud della Polonia, dalla metà del 1940, era stato il più grande campo di sterminio di quella sofisticata macchina tedesca denominata “soluzione finale del problema ebraico”. Una vera e propria metropoli della morte, composta da diversi campi, come Birkenau e Monowitz, ed estesa per chilometri.
Arrivavano in treni merci e venivano lasciati sulla “Judenrampe”: da lì, venivano selezionati. O la vita o la morte; o a destra o a sinistra. Questione di direzioni che determinavano il tutto. Nulla, poteva cambiare.
Shoah. Diciassette anni fa, veniva istituito il “Giorno della Memoria” il 27 Gennaio, data in cui, le Forze alleate liberavano Auschwitz dai tedeschi. Il mondo cominciava a conoscere quanto era accaduto all’interno di quei campi, cominciava a rendersi conto della pochezza umana. Racconti e storie incredibili, libri che hanno segnato l’umanità, film e documentari per comunicare al mondo intero l’orrore dei campi.
Pochi sono sopravvissuti; pochi hanno avuto la forza di ricominciare a vivere.
Ma il mondo moderno (si fa per dire) ha condannato tutto ciò. Promesse e battaglie per far sì che mai più sarebbe accaduto. Lotta ad ogni forma di razzismo, lotta ai negazionisti.
Ma, la storia si ripete, gli orrori tornano.
In alcuni lembi di terra, vige ancora quel terribile concetto di razza superiore.
( Foto esclusiva FreedomPress)
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