di Ch. Mo.
“Ti ho amata, ti ho scelta, ho preso da te il meglio ed anche il peggio ma, ora sento di doverti lasciare. Addio mamma Italia, vado all’ estero.”
Sono sempre in aumento i connazionali italiani che scelgono di lasciare l’Italia alla ricerca di nuove esperienze. Economia incerta, lavoro scarso e tanti tanti sacrifici in una nazione che promette poco o nulla di buono. Che si parli di laureati, di professionisti già affermati o semplici giovani diplomati, la situazione non cambia.
L’Italia arranca. E i dati parlano chiaro.
I dati. Secondo il rapporto della fondazione Migrantes presentato oggi a Roma, sono 107.529 i connazionali espatriati nel 2015. Tra questi, soprattutto giovani tra i 18 ed i 34 anni.
In primis in Germania, ma anche in Regno Unito, Svizzera e Francia, gli ormai ex italiani cercano un nuovo futuro , una vita dignitosa che l’Italia non è riuscita a garantire. Valigia alla mano ed un vagone di speranze e sogni alla ricerca della realizzazione.
Partono per necessità, per vivere, per trovare un posto di lavoro. Per lo più sono i “cervelloni” a lasciare uno stato, l’Italia, in cui si abbassa la natalità, cresce l’aspettativa di vita ma non le speranze di una vita migliore.
Dal 2006 , è costante l’aumento degli italiani oltreconfine. In calo le partenze per l’America meridionale ma stabili rimangono quelle per l’America centro-settentrionale: 352 connazionali hanno scelto le altre aree continentali.
“Pur restando indiscutibilmente primaria l’origine meridionale dei flussi” , si legge nel rapporto , “si sta progressivamente assistendo a un abbassamento dei valori percentuali del Sud a favore di quelli del Nord del Paese”: la Lombardia, ad esempio, con 20.088 partenze, è la prima regione per partenze, seguita dal Veneto e dalla Sicilia.
(Foto dal web)