di Cinzia Marchegiani
Locri (Reggio Calabria) – Il fatto che ne stiamo ancora parlando significa che qualcosa di sbagliato e ingiusto è accaduto e non è questione di destino manifesto, ma di vuoti istituzionali e di un corto circuito deplorevole che evidentemente hanno prevalso. Sono partite le campagne elettorali, tutti bravi… complimenti a dire che la “Buona Scuola” ha mietuto vittime, che è una legge sbagliata ma nella realtà non c’è nessuno capace e volenteroso a immedesimarsi in casi di malagiustizia e discriminazione perpetrati ai danni di un ragazzo disabile.
A Locri c’è la famiglia Romeo che nonostante abbia fatto ben tre denunce in Procura suo figlio Nicola per il terzo anno consecutivo non ha potuto frequentare il Liceo “IIS Oliveti-Panetta”
Nuovo anno e atavici problemi. A scriverci è proprio papà Cosimo che di fronte ad un abuso perpetrato ai danni di suo figlio Nicola non cede un passo, non molla. A fronte di una frequenza resa impossibile dalla scuola “buona”, e alla riapertura dalle vacanze Natalizie, si reca all’artistico di Locri con l’auspicio che la situazione ricettiva sia stata risolta, ma nulla è cambiato.
Alla luce di ciò, papà Cosimo denuncia per l’ennesima volta a tutte le massime Autorità dal Procuratore della Repubblica di Locri al Miur, dal Governatore della Calabria al Sindaco di Locri, ai dirigenti scolastici regionali e provinciali, dalle Associazioni alla Asp, e per finire al proprio Legale, illustrando una situazione vergognosa per tutte le Istituzioni, cosa che si protrae ormai da tre anni nell’indifferenza totale.
Cosimo spiega: “Infatti ad oggi non sono state istituite le condizioni adeguate a Nicola in quanto, mancano le seguenti figure: Un’Assistente educativo (adeguato al ragazzo) che sia istituito con il coinvolgimento della famiglia come previsto dalla Legge – di una figura che lo alimenti come da programma ADI del distretto Sanitario di Siderno; di una persona qualificata che si possa occupare dell’igiene personale e bisogni corporali dello studente – di una psicologa come previsto dal precedente Pei – e del servizio di trasporto (scuolabus) che gli permetta di raggiungere il plesso, per il quale dovrebbe provvedere la Città Metropolitana, problema da sempre irrisolto, e quest’anno una volta che saranno poste le condizioni per far frequentare il ragazzo, la mancanza di scuolabus sarà motivo di esclusione scolastica“.
NONOSTANTE REGOLARI ESPOSTI IN PROCURA NICOLA È L’UNICO STUDENTE DISABILE CHE NON PUÒ ANDARE A SCUOLA, E QUINDI VIENE DISCRIMINATO
“In Conclusione – tira dritto papà Cosimo – Nicola Romeo oggi è l’unico studente d’Italia che, in quanto disabile, che non può andare a scuola, quindi discriminato e privato dei suoi diritti costituzionali. Ricorda inoltre, che la situazione si ripete ormai per il terzo anno consecutivo, infatti anche quest’anno è stato presentato regolare esposto in Procura, come negli anni precedenti”.
L’amarezza di questo padre non è solo la discriminazione che ha subito e ancora continua a subire suo figlio disabile, ma è il silenzio di una giustizia che non argina e mette un freno a questa grottesca storia degna di altre civiltà:
“Malgrado tutto, e nonostante il clamore mediatico nazionale che ne è seguito, questa scuola persevera nell’esclusione di uno studente disabile e non pone le condizioni contestuali ai suoi bisogni, motivi che non hanno consentito a Nicola di frequentare”.
In conclusione, papà Cosimo, visto che ormai siamo a Gennaio 2018 e sono trascorsi già quattro mesi di assenze, chiede alle Autorità la presa in carico di questa grottesca storia e con l’auspicio che possano prendere provvedimenti urgenti affinché Nicola inizi quanto prima a frequentare il Liceo, poiché nonostante la consapevolezza in merito alle prolungate tempistiche delle quali necessita il lavoro delle stesse, Nicola non ha i tempi della giustizia.
“Sembrano parole ripetute, situazioni già lette, ma senza polemica, quanto anzidetto è solo la realtà dei fatti, l’illustrazione di una condizione vergognosa rimasta irrisolta. Noi come organismo per la tutela delle persone con disabilità, diffidiamo a voler adottare provvedimenti immediati e permanenti, evitando soluzioni tampone e/o inadeguate. Sicuri che, chi di competenza sia disponibile per una rapida risoluzione ai fini dei diritti scolastici e costituzionali sin ora violati, penalizzando il futuro del ragazzo”.
E alla fine questi cari politici ci possono liquidare con un “Così è se vi pare”?
Ci farebbe piacere sapere se questa storia vi ha raccapricciato e se c’è ancora un sussulto di dignità di questo paese che possa richiamare alle proprie responsabilità chi deve tutelare l’essere umano quanto tale con tutti i suoi diritti strillati ai quattro venti…almeno fino al 4 marzo 2018. Questa famiglia alla fine è sola. Se tutte le famiglie avessero fatto sciopero davanti alla scuola, forse qualcosa si sarebbe mosso? Il dubbio rimarrà tale.
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