venerdì, 22 Novembre 2024

AAA Cercasi Giustizia. Quel silenzio sull’odiosa discriminazione nei confronti di Nicola, ragazzo disabile

di Cinzia Marchegiani

Locri (Reggio Calabria) – Il fatto che ne stiamo ancora parlando significa che qualcosa di sbagliato e ingiusto è accaduto e non è questione di destino manifesto, ma di vuoti istituzionali e di un corto circuito deplorevole che evidentemente hanno prevalso. Sono partite le campagne elettorali, tutti bravi… complimenti a dire che la “Buona Scuola” ha mietuto vittime, che è una legge sbagliata ma nella realtà non c’è nessuno capace e volenteroso a immedesimarsi in casi di malagiustizia e discriminazione perpetrati ai danni di un ragazzo disabile.

A Locri c’è la famiglia Romeo che nonostante abbia fatto ben tre denunce in Procura suo figlio Nicola per il terzo anno consecutivo non ha potuto frequentare il Liceo “IIS Oliveti-Panetta”

Nuovo anno e atavici problemi. A scriverci è proprio papà Cosimo che di fronte ad un abuso perpetrato ai danni di suo figlio Nicola non cede un passo, non molla. A fronte di una frequenza resa impossibile dalla scuola “buona”, e alla riapertura dalle vacanze Natalizie, si reca all’artistico di Locri con l’auspicio che la situazione ricettiva sia stata risolta, ma nulla è cambiato.

Alla luce di ciò, papà Cosimo denuncia per l’ennesima volta a tutte le massime Autorità dal Procuratore della Repubblica di Locri al Miur, dal Governatore della Calabria al Sindaco di Locri, ai dirigenti scolastici regionali e provinciali, dalle Associazioni alla Asp, e per finire al proprio Legale, illustrando una situazione vergognosa per tutte le Istituzioni, cosa che si protrae ormai da tre anni nell’indifferenza totale.

Cosimo spiega: “Infatti ad oggi non sono state istituite le condizioni adeguate a Nicola in quanto, mancano le seguenti figure: Un’Assistente educativo (adeguato al ragazzo) che sia istituito con il coinvolgimento della famiglia come previsto dalla Legge – di una figura che lo alimenti come da programma ADI del distretto Sanitario di Siderno; di una persona qualificata che si possa occupare dell’igiene personale e bisogni corporali dello studente – di una psicologa come previsto dal precedente Peie del servizio di trasporto (scuolabus) che gli permetta di raggiungere il plesso, per il quale dovrebbe provvedere la Città Metropolitana, problema da sempre irrisolto, e quest’anno una volta che saranno poste le condizioni per far frequentare il ragazzo, la mancanza di scuolabus sarà motivo di esclusione scolastica“.

NONOSTANTE REGOLARI ESPOSTI IN PROCURA NICOLA È L’UNICO STUDENTE DISABILE CHE NON PUÒ ANDARE A SCUOLA, E QUINDI VIENE DISCRIMINATO

In Conclusione – tira dritto papà Cosimo – Nicola Romeo oggi è l’unico studente d’Italia che, in quanto disabile, che non può andare a scuola, quindi discriminato e privato dei suoi diritti costituzionali. Ricorda inoltre, che la situazione si ripete ormai per il terzo anno consecutivo, infatti anche quest’anno è stato presentato regolare esposto in Procura, come negli anni precedenti”.

L’amarezza di questo padre non è solo la discriminazione che ha subito e ancora continua a subire suo figlio disabile, ma è il silenzio di una giustizia che non argina e mette un freno a questa grottesca storia degna di altre civiltà:

“Malgrado tutto, e nonostante il clamore mediatico nazionale che ne è seguito, questa scuola persevera nell’esclusione di uno studente disabile e non pone le condizioni contestuali ai suoi bisogni, motivi che non hanno consentito a Nicola di frequentare”.

 

In conclusione, papà Cosimo, visto che ormai siamo a Gennaio 2018 e sono trascorsi già quattro mesi di assenze, chiede alle Autorità la presa in carico di questa grottesca storia e con l’auspicio che possano prendere provvedimenti urgenti affinché Nicola inizi quanto prima a frequentare il Liceo, poiché nonostante la consapevolezza in merito alle prolungate tempistiche delle quali necessita il lavoro delle stesse, Nicola non ha i tempi della giustizia.

“Sembrano parole ripetute, situazioni già lette, ma senza polemica, quanto anzidetto è solo la realtà dei fatti, l’illustrazione di una condizione vergognosa rimasta irrisolta. Noi come organismo per la tutela delle persone con disabilità, diffidiamo a voler adottare provvedimenti immediati e permanenti, evitando soluzioni tampone e/o inadeguate. Sicuri che, chi di competenza sia disponibile per una rapida risoluzione ai fini dei diritti scolastici e costituzionali sin ora violati, penalizzando il futuro del ragazzo”.

 

E alla fine questi cari politici ci possono liquidare con un “Così è se vi pare”?

Ci farebbe piacere sapere se questa storia vi ha raccapricciato e se c’è ancora un sussulto di dignità di questo paese che possa richiamare alle proprie responsabilità chi deve tutelare l’essere umano quanto tale con tutti i suoi diritti strillati ai quattro venti…almeno fino al 4 marzo 2018. Questa famiglia alla fine è sola. Se tutte le famiglie avessero fatto sciopero davanti alla scuola, forse qualcosa si sarebbe mosso? Il dubbio rimarrà tale.

 

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